giovedì 6 dicembre 2012

La bicicletta verde

Questa frase richiama temi dell'infanzia, ma è il titolo di un film i cui temi sono tutt'altro che leggeri. Si parla di emancipazione del pensiero femminile in un paese, l'Arabia Saudita, in cui le donne sembrano non esistere nemmeno all'interno della famiglia.
La regista è Haifaa Al Mansour, prima regista donna dell'Arabia Saudita, che tocca un tema delicato, ma non per questo meno duro, la realizzazione dei sogni di una bambina come tante. Vi lascio la trama del film:



La protagonista è Wadjda, una bimba di 10 anni che vive alla periferia di Riyadh, la capitale Saudita. Nonostante viva in un mondo tradizionalista, Wadjda è una bambina simpatica, intraprendente e decisa a superare i limiti imposti dalla sua cultura. Presto Wadjda mette gli occhi su una bicicletta verde, in vendita nel negozio vicino casa e la vuole per poter battere l’amico Abdullah in una gara. Tuttavia la mamma, per paura delle possibili ripercussioni da parte della società, non glielo permette. Wadjda decide quindi di provare a guadagnare i soldi da sola facendo da corriere tra due innamorati, ma viene scoperta. Mentre sta per mollare, la bimba viene a sapere del premio in denaro per la gara di recitazione del Corano e farà di tutto per vincerla

continua su: http://cinema.fanpage.it/la-bicicletta-verde-simbolo-dei-diritti-negati-alle-donne-arabe/#ixzz2EGM3NHQp
http://cinema.fanpage.it

Che dire, può essere una buona occasione per riflettere su noi stessi e sul modo in cui alleviamo le nuove generazioni...In tutti i cinema dal 6 dicembre.

Ulteriori informazioni su questo link:

http://cinema.fanpage.it/la-bicicletta-verde-simbolo-dei-diritti-negati-alle-donne-arabe/

martedì 4 dicembre 2012

Quell'inevitabile guerra dei sessi (Una provocazione)


C'è chi ci vuole fragili, c'è chi ci vuole pasticcione, ma una cosa è certa, noi donne, a onor del vero, siamo un popolo di indecise.
Basta osservare gli uomini nei fatti. Se pensano a una serata fuori con gli amici, gli basta poco per organizzarsi. Si alzano dal divano, si infilano qualcosa alla rinfusa e via fuori a far baldoria!
Se c'è la partita di calcetto basta prepararsi una sacca e il gioco è fatto. N.B. Preparare la sacca significa infilare 2 o3 cose per il cambio senza pensarci troppo e senza farsi venire troppi problemi.

Provate ora ad organizzare una serata fuori tra donne. Ci sarà sempre una che non può uscire perchè è in "quei giorni", quella che si deve lavare i capelli, quella che è in crisi esistenziale, quella che non ha il vestito adatto. Tutta una sequela di scuse insomma. E queste situazioni si presentano spesso anche fra migliori amiche.

Come sia possibile tutto questo ancora non lo so, ma sicuramente comincio a pensare che gli uomini abbiano più successo nei loro obiettivi perchè in fondo un pò se ne fregano di tutto e di tutti. Noi donne rimaniamo sempre con meno occasioni per lasciarci andare.
Indaffarate come siamo, sempre spinte a dare il massimo in tutto, ci siamo dimenticate di quanto sia importante giocare. Giocare veramente, come fanno i bambini quando si incontrano anche una sola volta. Abituate a fare le mature, spronate già da piccole a prenderci cura degli altri, ci siamo scordate di dedicare più tempo a quello che veramente ci piace, il che può significare anche dimenticarsi delle pose, del tacco dodici, dell'abitino alla moda e tutte quelle sovrastrutture che ci vogliono sempre al top della forma.

E allora un consiglio ragazze: cazzeggiamo finchè possiamo e non curiamoci troppo del perchè e per come, perchè non c'è niente di meglio che assaporare la vita come un vino pregiato. A piccoli sorsi, ma con grande trasporto...

venerdì 16 novembre 2012

Anima mia dove sei?



 
E' un periodo in cui mi bazzicano tante idee per la testa, ma non riesco a dare reale forma a nessuna di esse e mi pesa un pò. Ecco perchè in questo caso specifico ci ho messo parecchio prima di scrivere questo post, a differenza di quello che accade di solito. Ma questo era un tema davvero particolare ed articolato, qualcosa che non avrei mai potuto trattare con troppa leggerezza. Eppure la mia intenzione è paradossalmente quella di parlare di qualcosa che leggero è veramente, impalpabile quasi sempre indefinibile...

Lo spunto è partito ancora una volta da una trasmissione televisiva che seguo con interesse all'ora di pranzo, trattasi di "Diario Italiano" condotto da un supremo Corrado Augias.
Immaginate come si è "canalizzato" il mio interesse nel momento in cui si annunciava che l'argomento del giorno sarebbe stato di difficile approccio. Lì per lì sono rimasta perplessa: possibile che all'ora di pranzo non si possa parlare d'altro? Magari del solito trito e ritrito tema della crisi?
E invece no, ho dovuto ricredermi. Si parlava di ANIMA. Sì lo scrivo in stampatello perchè si tratta di una parola che sicuramente scatena in ognuno di noi una marea di pensieri.

Ebbene in questa trasmissione si è cercato di concettualizzare questo termine senza vagare nè troppo nel filosofico nè troppo nello spiritual-teologico.
L'ospite era Edoardo Boncinelli, laureato in fisica specializzato genetista e che comunque non disdegna lo studio della filosofia. Perfetto. Qualcuno che poteva avere una visione "oggettiva" dell'argomento.

Ha scritto un libro, "Quel che resta dell'anima", in cui tratta le varie definizioni di anima per la cultura ebraica (spirito santo), greca (Aristotele vs Platone) e araba. Lascio a voi il documentarvi sulle fonti. Ma è su questa domanda che ho dovuto soffermarmi un pò di più per riflettere:

L'anima esiste anche negli animali?

Boncinelli argomenta che gli animali hanno una senso di sè che è sia soggettivo che collettivo, cioè sanno che cosa sono ed hanno coscienza di essere parte di un gruppo. Ma questo di per sè, definisce già l'anima? Ci si è poi spostati su un altro versante discutendo sul fatto che la coscienza della propria fine può essere un criterio su cui basarsi per definire l'anima e si è affermato che

L'uomo è l'unico essere cosciente della propria fine

Ma è proprio qui che ho dovuto fermarmi. Ho dovuto pensare, rifarmi ad esperienze passate per capire fino in fondo questa frase.
E ancora penso di no. Penso che non siamo solo noi ad essere coscienti di questo. Che il vitello che vive in un allevamento, ad un certo punto capisce quale sarà la sua fine, che la volpe inseguita dai cani sa quale sarà l'esito della giornata se non corre più veloce che può, che il  cane vecchio e malato sa che forse è arrivato per lui il momento di abbandonare questa vita. Lo sanno, ma non lo comprendono veramente. E questo allora presuppone che non abbiano un'anima?

Io credo che gli animali non abbiano la consapevolezza, ma che in alcuni casi si elevino al di sopra di molti individui che si definiscono esseri umani.

Ed infine, ecco una chicca per tutti noi. I buddisti si interrogano spesso sul significato di anima e affermano che

Occorre pensare di essere un'anima con un corpo e non solo un corpo con un'anima

Questa affermazione cambia totalmente le nostre prospettive spostandole su un altro versante e facendoci focalizzare su cosa sia realmente importante nel nostro percorso di miglioramento individuale.

Preciso che non sono nè animalista, nè vegana, nè buddista, ma credo che oggi come ieri il tema dell'integrità spirituale e della consapevolezza di sè e di ciò che si è non sia di poco conto. In fondo è il pensiero che ci contraddistingue nella nostra identità, vedi Cartesio.

Se vi interessa approfondire sul libro di Boncinelli ecco un link che fa al caso vostro:

http://www.lafeltrinelli.it/products/9788817060868/Quel_che_resta_dell'anima/Edoardo_Boncinelli.html

  

venerdì 9 novembre 2012

Meraviglioso



Credete nelle coincidenze? Non vi è mai sembrato almeno una volta di vivere qualcosa che avevate già vissuto e che si ripresenta quando meno ve l'aspettate? No, non sto delirando, tranquilli!
Fatto sta che oggi i miei sensi sono invasi da un senso di meraviglia, di stupore, come se fossi per un attimo tornata indietro a quando ero bambina e avessi dimenticato anche solo per poco i miei affanni di questi anni.
Non sono stati anni facili. Le incertezze sono state molte, troppe ed hanno messo in discussione tutto il mio presente. Chi mi conosce sa che un lutto tremendo ha segnato per sempre la mia vita ed ha cambiato il mio modo di essere....

Cosa avrà dunque potuto distogliermi da tutto questo, direte voi?

UN AMARYLLIS

Un che? Sì, proprio un amaryllis. Una pianta affascinante e colorata che sboccia proprio in questi mesi che volgono all'inverno. Una pianta incredibile con fiori carnosi, enormi, stupendi!
Oggi lo vedo ricrescere dal nulla in cui lo avevo abbandonato mesi fa. Avevo lasciato il vaso in un angolino neanche tanto soleggiato ed ecco veder spuntare qualcosa di verde che fa capolino dalla terra secca.
Un inno alla vita, un tripudio dei sensi ecco cos'è il mio amaryllis!

Mi sono venute in mente tante cose. La mia infanzia a Settimo Torinese, le passeggiate all'aria aperta che facevo con mio padre, lo stupore che mi invadeva tutta, quando guardavo animali e piante.
E, nel momento in cui osservo la mia piantina, ecco che alla radio arrivano le note di "Meraviglioso", cantata dai Negramaro che reinterpretano un fantastico Modugno.
PRESENTE E PASSATO si fondono alla perfezione. Vecchio e nuovo si danno la mano e vogliono donarmi un pò di pace...forse vogliono dirmi che tutto deve andare avanti ,che non ci si può fermare perchè tutto scorre veloce e non si può perdere il treno della vita.

E' bastato così poco per cambiarmi la giornata? Ebbene sì...la più scettica delle scettiche vi dice di sì, perchè forse c'è bisogno di piccole cose semplici per risvegliare la nostra essenza più profonda.
Ciò che era complicato è diventato semplice....

martedì 9 ottobre 2012

MAI PIU' COMPLICI



Non potevo fare a meno, l'altra sera, di pensare a questa allarmante notizia, apparsa un pò su tutti i telegiornali. Dall'inizio del 2012 sono 92 le donne morte in Italia per mano di un uomo.
Ribadisco: MORTE.
Non sono morte casualmente o per via di un malaugurato incidente. Queste sono donne che hanno subito ripetutamente violenze e soprusi di varia natura e non sono state aiutate. In alcuni casi sono state supportate dalle loro famiglie o da conoscenti, che però, inesorabilmente, hanno dovuto scontrarsi con una realtà legislativa piuttosto ostile alla difesa delle donne.
Qualcuno potrebbe obiettare che questo argomento sia fin troppo inflazionato, che in fondo ognuno di noi uomo o donna subisce un qualche tipo di sopruso nella vita, che tutto fa parte della società in cui viviamo. Io dico che questo vero e proprio bollettino di guerra non deve esistere. Che non ne possiamo più di ascoltare di donne uccise o scomparse misteriosamente (il che è un pò dire la stessa cosa!) per colpa di un uomo. Il dramma nel drammma è poi che questi uomini non sono quasi mai degli sconosciuti, ma sono uomini di cui le donne si fidano: mariti, fidanzati, padri.

Il 13 e 14 ottobre si terrà a Torino un incontro alle Officine Grandi Riparazioni (OGR), per affrontare proprio questo argomento. L'iniziativa si chiama MAI PIU' COMPLICI ed è organizzata dal Comitato SE NON ORA QUANDO.
Vi lascio qui di seguito il link:

http://www.senonoraquando.eu/?p=12097

sabato 22 settembre 2012

Donne lavoratrici= donne realizzate? (Una piccola riflessione partendo da un libro)


Parto da un libro che mi ha subito incuriosita e che spero di avere il tempo di leggere.
Si tratta del nuovo libro della giornalista Luisella Costamagna edito dalla Mondadori e dal titolo alquanto accattivante:
NOI CHE COSTRUIAMO GLI UOMINI.
Ve ne riporto la descrizione-

Rassegnate, prive di autostima, incapaci di affrancarsi dai tradizionali ruoli che la società ha sempre loro riservato: ecco l'autoritratto delle italiane emerso da un'indagine Nielsen, a pochi mesi dalla riuscitissima manifestazione "Se non ora quando" che aveva infuso nuova linfa e nuove speranze nel mondo femminile. Tra le interpellate, una su due afferma che le donne sono più inclini a occuparsi dei figli che a svolgere qualunque altro compito, una su tre è convinta che partecipare alla politica sia roba da uomini, una su quattro ritiene giusto che siano gli uomini a comandare e una su tre non ha nulla da obiettare sul fatto che guadagnino di più. È possibile cambiare questa mentalità, che non solo influisce negativamente sulle prospettive professionali, ma può rendere le donne più vulnerabili di fronte a maltrattamenti e soprusi? Luisella Costamagna ne è convinta e risponde raccontando le storie di dieci donne che ce l'hanno fatta, che hanno vinto le piccole o grandi sfide della loro vita e ora sono soddisfatte di se stesse. Prima ancora degli impedimenti esterni, le protagoniste di queste vicende hanno dovuto superare una ben più insidiosa e subdola barriera interiore, "la barriera del questo non posso farlo, o del questo non riuscirò mai a farlo". La loro carta vincente è stata acquisire passo dopo passo, fra mille ostacoli, consapevolezza del proprio valore e della propria dignità.

Argomenti molto interessanti vero? Eppure non ho potuto fare a meno di essere un pò critica sulle finalità di questa pubblicazione.

La domanda di fondo è:le donne possono realizzarsi SOLO percorrendo le stesse strade degli uomini, o ne possono trovare altre?

E poi è un delitto essere SOLO madri e mogli?

Infine l'autostima femminile viene SOLO dall'affermazione professionale o può realizzarsi anche trovando strade alternative che rispettino comunque sempre l'indole di ognuna?

Perchè la mia sensazione è che, invece di andare incontro alle donne, a volte si finisca, anche inconsapevolmente, per relegarle in una categoria predefinita che rischia di incatenarle per sempre.

La dignità e l'autostima vengono da dentro e non ci vengono certo dal riconoscimento da parte del mondo esterno. Puoi essere nessuno per la società e comunque sentirti in pace con te stessa.

Cercherò di leggere il libro per darvene un'opinione più completa.
Potete riferirvi a questo sito:

http://www.ibs.it/code/9788804623083/costamagna-luisella/noi-che-costruiamo.html

BUONA LETTURA!

martedì 4 settembre 2012

Michelle in prima linea


L'estate sta finendo. Titolo di una canzone anni '80, ma anche triste constatazione della realtà. Piano piano sembra che tutto stia inesorabilmente portandoci verso il tran tran quotidiano di sempre. Del resto anche il tempo atmosferico ce lo sta ricordando in questi giorni con un brusco calo delle temperature almeno nel nord del paese...
Guardando oltreoceano, invece, pare che le vacanze in realtà non ci siano mai state, visto l'andazzo della campagna elettorale.

Se c'è una cosa che davvero attrae la mia attenzione sono i vestiti di Michelle Obama. Perchè mi chiedo: "Lo farà apposta oppure davvero si fa consigliare male? Mah..."
Del resto lei non è una donna convenzionale e lo sta dimostrando nel modo in cui sta gestendo la campagna elettorale di questi giorni. Anche solo per questo è una donna apprezzabile. Non ha infatti deciso, come altre first ladies, di dare un'impressione tradizionale tutta casa e famiglia, al contrario, ha cercato sempre di essere in primo luogo una donna, poi anche moglie e madre. Quella che definirei  una vera attitudine da FEMMINA, nel senso più positivo del termine.

E così Michelle aprirà la convention democratica di Charlotte e spiegherà all'America il programma politico del marito nel modo più semplice possibile. Cercherà di far capire a tutti le difficoltà incontrate, ma anche le intenzioni per il futuro.
Scelta coraggiosa, ma lei è un avvocato e queste modalità non sono di certo nuove per lei. Sa provare ciò che non è comprovabile e difendere ciò che è indifendibile.
Al di là di ciò che uno possa pensare sulla politica americana, non si può dire che Obama non abbia tentato di cambiare il pensiero degli americani. Ha scardinato opinioni consolidate e ha cercato di far capire che gli Stati Uniti non sono più l'unica superpotenza esistente, che esistono nuove realtà e culture che potranno influenzare in modo significativo il futuro panorama economico-politico mondiale.
Anche Michelle ha tentato nel suo piccolo di migliorare la salute di un paese sovrappeso, introducendo l'idea degli orti solidali e del mangiare sano, spiegando che le nuove generazioni non si crescono a hamburger e patatine.

Bene bene... ora capisco perchè sono così odiati. In fondo stanno minando i baluardi della strapotenza statunitense, adottando linguaggi e modalità che poco hanno a che fare con l'americano medio. Proprio per questo mi sento di parlare di loro che in fondo sono rappresentanti di una minoranza.

E allora buona campagna elettorale, ma soprattutto BRAVA MICHELLE!!!! Continua così, sii te stessa, senza paura di dar fastidio a qualcuno. Fallo per noi donne e per far finalmente capire che anche noi possiamo essere in prima linea, non solo delle compagne silenti alle spalle di uomini sempre capaci e indistruttibili. Per me hai già vinto!



domenica 29 luglio 2012

Il quizzone 2



Come da tradizione (ormai il blog ha più di un anno!) vi rendo partecipe, attraverso un pò di foto, delle mie vacanze, che fortunatamente quest'anno sono state un pò meglio organizzate. L'anno scorso ero a Ginevra per una vacanza mordi e fuggi. Questa volta mi sono spostata altrove con marito e figlio anche se sono rimasta in Italia.
A voi quindi spetta la risoluzione del QUIZZONE!
Questa volta vi lascio un unico indizio che vi farà sicuramente individuare la regione italiana dove mi trovavo:

MAI RINUNCIARE A UN BEL PIATTO DI CACCIUCCO.

A voi spetta scoprire la città o quantomeno la zona dove mi trovavo.

Non si vince nulla se non il piacere della scoperta!











Allora ci siete arrivati? Aspetto le vostre risposte!




venerdì 6 luglio 2012

Un pò di meritata vacanza!


Eh sì, sarà un weekend abbastanza intenso questo. Nonostante tutti i buoni propositi e la oculata organizzazione, mi accorgo in questi giorni di essere come sempre più in alto mare che mai.
Lunedì parto per le vacanze! Vacanze organizzate e agognate da tempo, visto che sono 6 anni che non ne progetto veramente una. A parte i weekend mordi e fuggi infatti, da quando è nato mio figlio, non abbiamo mai avuto la possibilità di fare una vera vacanza "di famiglia".
Si prospetta, quindi, un'evento quasi epocale che richiede la necessaria concentrazione. Sì certo, a casa mia le buone intenzioni sono le prime a finire fuori dalla finestra!

Beh, sappiate che qualcosa ho fatto. Le valigie sono là, sparpagliate in camera, in un rigoroso rispetto di un disordine ben articolato e controllato.
Cercherò di fare più foto possibili che posterò di ritorno a casa. Chissà se qualcuno saprà indovinare dove sarò stata...
Vi abbraccio tutti!

HAPPY HOLIDAYS!

sabato 9 giugno 2012

Un sorriso per Valentina






Questa è la terribile storia di Valentina Pitzalis, la cui terrificante testimonianza mi ha lasciato pietrificata. Guardare il suo volto deturpato sconvolge la coscienza, ci pone di fronte a domande esistenziali che non trovano risposta, ci lascia indignati. Possibile che ancora oggi le donne debbano sopportare tali soprusi? A Valentina è stato dato fuoco e, cosa più detestabile, da una persona che amava.
Valentina si è appellata all'Associazione "Doppia Difesa" fondata dall'Avvocato Giulia Bongiorno e da Michelle Hunziker, che pone accento proprio sulla tutela delle donne, violentate non solo nel corpo, ma anche nello spirito.
Vi rimando appunto al loro sito http://www.doppiadifesa.it/?p=2410 perchè Valentina, dopo le ustioni riportate e le conseguenti operazioni di ricostruzione, ha bisogno di una protesi al braccio.
Riporto ciò che viene scritto sul sito:


Dal 31 maggio 2012 è attivo un conto corrente bancario presso la Banca Popolare di Milano a nome di da Fondazione Doppia Difesa Onlus.
Grazie alla sua donazione, Doppia Difesa procederà al pagamento diretto delle
spese medico-sanitarie, contribuendo alla ricostruzione e riabilitazione dell’arto destro e alle spese per l’acquisto della protesi dell’arto sinistro di Valentina Pitzalis.
Le donazioni ricevute saranno utilizzate esclusivamente per questo scopo, senza alcuna trattenuta per spese di qualsiasi altra natura (segreteria, telefono, viaggi ecc.).

Le coordinate bancarie sono le seguenti:
Conto corrente n. 44869 intestato a FONDAZIONE DOPPIA DIFESA ONLUS


Istituto di credito: BANCA POPOLARE DI MILANO – AGENZIA 412 MILANO
IBAN: IT 33 V 05584 01730 000000044869

Cerchiamo di fare qualcosa per questa sventurata ragazza che nonostante il suo dramma continua ad avere fiducia nella vita e negli altri.


mercoledì 23 maggio 2012

Ancora una volta...



Gli occhi di Melissa ci osservano
sbigottiti, pietrificati,
come gli occhi di chi non sa che succede, che succederà.
E noi siamo qui impotenti, ancora una volta a non poter spiegare l'inspiegabile.
Che un giorno una madre non ha più potuto rivedere la figlia,
che una comunità intera si è sentita in un vuoto morale senza precedenti,
che chi dovrebbe vigilare non ha più i mezzi per farlo.

Non voglio pensare che siamo di fronte a uno dei tanti misteri d'Italia, ma da come si stanno sviluppando gli eventi sembra che tutto, ANCORA UNA VOLTA, passerà in sordina e sarà uno di quegli eventi di cui ricordarsi ogni tanto in qualche squallida trasmissione televisiva.
Spero, ovviamente, di essere smentita...

venerdì 4 maggio 2012

Castello D'Albertis: fra meridiane e narghilè


Il primo maggio, in una giornata uggiosa che faceva più pensare all'autunno che alla primavera imminente, presa dallo sconforto, mi sono buttata su internet alla ricerca di qualcosa da fare. E' sembrata più ovvia l'opzione della visita ai musei, vista la giornata, e così mi sono convinta a visitare il Castello D'Albertis qui a Genova, dove molti di voi sapranno che mi sono trasferita.
Davvero un castello particolare questo. Lascio a voi la ricerca su Wikipedia per quanto riguarda i cenni storici. Posso dirvi che è appartenuto fino agli anni '30 a Luigi Maria D'Albertis, un capitano particolarmente interessato a visitare il mondo, un uomo che ha fatto della sua residenza manifestazione di un pensiero, ovvero ricerca di tutto quello che è diverso e lontano da noi.

Già all'entrata si nota un vero mix di stili architettonici, un "meticciato" che raggiunge la sua massima potenza all'interno, dove l'architettura neo-gotica si fonde con l'esotico. Il capitano amava attorniarsi degli oggetti che amava di più e dei souvenirs che si portava dietro dai numerosi viaggi. E poi amava leggere tutto ciò che vi fosse in circolazione su geografia, antropologia, sociologia (la biblioteca è ben fornita!)


Un percorso interessante, insomma, alla scoperta delle culture del mondo, ma anche un messaggio simbolico alla nostra società: il futuro si basa sulla globalizzazione.
So che questa parola può risultare negativa  ai più, ma pensiamo veramente che i particolarismi e i provincialismi possano portarci da qualche parte? Per me globalizzare non significa affatto dimenticarsi di ciascuna cultura, ma dare il giusto spazio ad ognuna di esse.Tutto però deve essere spostato sul fatto che viviamo inevitabilmente in un mondo meticcio, dove la sopravvivenza si fonda sulla mescolanza di culture, non sull'isolamento. Questo almeno è il mio pensiero...

Corridoio di passaggio(da qui si accede all'esposizione dedicata al Sud America)


Da vedere assolutamente la Sala delle Meridiane di cui d'Albertis era un vero appassionato. Pare che nella residenza ce ne siano ben dieci progettate da lui.
Vi consiglio anche la Saletta Turca con rimandi esotici negli arredi e la cabina in cui il Capitano amava dormire, una perfetta ricostruzione della cabina di una nave.

Non perdetevi poi la vista dalle balconate...si vede un pò tutta la città. Una bella visuale sul mare espressione di libertà e viaggio verso l'ignoto.
Allora, insomma, in questo caso si può proprio dire che GLOBAL IS BETTER!

Un totem


martedì 24 aprile 2012

Ragioni per lottare



Vi chiedevate, forse, dove fossi finita. Ebbene, sono stata vittima di un virus intestinale per niente piacevole che mi ha annientata per settimane. In famiglia l'unico immune è stato mio marito. Mi chiedo, si sarà salvato per caso o perchè mangia il peperoncino?
Fatto sta che ho avuto molto tempo per fare zapping di fronte alla TV. Le trasmissioni mattutine di dibattito politico sono state il mio pane quotidiano mentre mi rannicchiavo sotto il trapuntone.
Il tempo qui in Liguria non è stato affatto clemente e le occasioni per organizzare gite fuori porta sono andate a farsi benedire.
La domanda che mi ha perseguitato per giorni, seguendo appunto le suddette trasmissioni televisive è stata:"VALE ANCORA LA PENA DI LOTTARE IN QUESTO PAESE?"
Perchè un giovane che si affaccia sul mondo dovrebbe ancora lottare, battersi per migliorare se stesso e sperare un giorno nel suo piccolo di aver contribuito allo sviluppo del suo paese?
La domanda per me non è scontata, visto che ricevo ogni giorno testimonianze di persone che mi dicono di voler partire, di voler lasciare l'Italia. Anche mio marito sembra sempre più convinto che prima o poi ci trasferiremo altrove, soprattutto per il futuro di nostro figlio.
Eppure ho delle remore. Qualcosa mi dice sempre che c'è qualcosa di buono in questo paese, che è sì casinista, disorganizzato, disordinato, ma che sento sempre come la mia casa. Io che ho vissuto all'estero riesco a cogliere gli aspetti positivi.
In quale paese può succedere di essere smarriti, poveri, dimenticati, eppure di trovare sempre qualcuno che ti ascolta o che ti offre un sorriso?
Io che sono italiana solo per metà, ci credo negli italiani, ci credo in questo paese, che non è perfetto, ma è umano.
Ma poi volete mettere, in quale paese troviamo tanta bellezza sia artistica che naturalistica? Non è scontato neanche questo...Tutti ci invidiano il gusto di "saper vivere". Le nostre piazze, i nostri locali storici, i nostri panorami.
Direte voi:"Con queste cose non si mangia!" e avete ragione. Non esiste un motivo razionale e plausibile per cui qualcuno dovrebbe vivere in un paese dove la politica ha sperperato risorse pubbliche per decenni, ma io voglio credere in questo NON SENSE che è l'Italia. Perchè la vita non ha risposte precise ai nostri perchè e anche quando troviamo alcune risposte non sono quelle che cercavamo... 

venerdì 30 marzo 2012

Chi siamo, dove andiamo e tanti altri dubbi....


Sono stati giorni intensi, giorni di cambiamenti e di bilanci. Ho scritto molto e, come faccio di solito quando scrivo, mi sono calata nel mio piccolo mondo di considerazioni introspettive.
Scrivere è una valvola di sfogo. Quando ero adolescente scrivevo ovunque. In treno, sul pullman di ritorno da scuola, la sera prima di dormire. Scrivevo poesie, pezzi di storie immaginarie, massime e pensieri.
Ebbene sì, ho vissuto un'adolescenza un pò malinconica e adesso rimpiango tante cose non fatte e non godute appieno.
Avevo mantenuto rapporti con vecchi amici che non mancavano di ricordarmi i "bei tempi andati".
Dico "avevo" perchè da qualche tempo questi amici li ho allontanati tutti in maniera drastica, senza neanche tante spiegazioni.

Ultimamente la sorte mi ha messo a dura prova. Ho vissuto situazioni molto dolorose che mi hanno spinto a scrivere su questo blog. Anche questa volta una valvola di sfogo. Ma, come spesso accade nella mia vita, questi fatti dolorosi mi hanno posto di fronte a un bivio.
Vivere nel passato o cercare di costruire piano piano il presente, giorno dopo giorno?
Non ho ancora trovato un equilibrio, ma non ho esitato ad allontanarmi da persone che mi sono rimaste vicine per anni. Ho persino cambiato città...

Ora che ho tagliato i ponti in maniera drastica mi chiedo se ho fatto male a qualcuno, anche se non ho la presunzione di essere insostituibile. Le persone si possono anche dimenticare alla fin fine...o no?

Ho sicuramente capito qualcosa che qualche anno fa non avrei mai potuto accettare: non siamo sempre noi a decidere della nostra vita, a volte la vita decide per noi e dobbiamo seguire il suo corso, il suo volere a testa bassa.
Mi resta solo un dubbio. Riuscirò mai a farmi capire da chi mi sta vicino?

giovedì 8 marzo 2012

L'amaro in bocca


Vorrei poter ricordare questa giornata con spensieratezza. Vorrei poter gioire di una giornata di celebrazione e poter dire che qualcosa è cambiato, ma non è così. In fondo cosa divide noi donne "in carriera" di oggi dalle donne che ci hanno preceduto? Abbiamo ottenuto qualcosa anche con tutte le lotte ideologiche proposte dal femminismo? Abbiamo ottenuto questa tanto famigerata parità? Ma poi è così importante questa parità?
Non finisco più di farmi delle domande e questo denota certamente il fatto che certezze non ce ne sono.
Meno che mai se oggi nel 2012 assistiamo ancora a fatti di cronaca dove l'uomo si rapporta a noi come poteva farlo un cavernicolo dell'era preistorica.
Donne zittite, annullate, annientate nella loro dignità, violentate, ammazzate, tutto questo nell'indifferenza delle istituzioni. Sì, perchè poi, chi se ne frega se una nostra vicina viene picchiata  e insultata dal marito. Sono suoi problemi famigliari, magari se l'è proprio cercata quella disgraziata!

Queste sono le parole che si sentono in giro quasi come se questo stato di cose non ci riguardasse. Non pensano gli uomini di essere stati partoriti e accuditi da donne, non pensano che nell'annientare le donne annientano se stessi e la loro stessa natura?

Tutto ciò che è su questa terra nasce dall'amore di una donna, dal suo mettersi al servizio, dal suo sacrificio. E allora forse dovremmo anche ascoltarle ogni tanto queste donne, sentire cosa possono proporre di alternativo in questa società.
In Italia sicuramente c'è ancora molto da fare in questo senso...

AUGURI A TUTTE LE DONNE!

lunedì 5 marzo 2012

Ci ricorderemo di lei?


Rossella Urru: una donna di cui vorremmo tutti sentire parlare di più.
In questa nostra televisione fatta di specchietti per le allodole e starlette da prima pagina di settimanali di gossip, ci troviamo di fronte alla storia di una donna vera, una donna che fa un lavoro non facile, che si impegna nel campo del sociale e che ha avuto la sfortuna di essere sequestrata.
In fondo non credo che si debba essere delle eroine per intraprendere quello che ha intrapreso Rossella. Si può essere donne normali con vite normali ed anche abitudinarie, ma con una marcia in più: l'impegno. Non solo Rossella incarna un'ideale per tutte le donne che giorno dopo giorno fanno ciò che fanno seguendo la propria strada di coerenza e sacrificio, ma rappresenta anche la "ragazza della porta accanto", che fa ciò che fa con semplicità. In definitiva, ROSSELLA E' UNA DI NOI.

Ora di lei non sappiamo più nulla. Il suo sequestro rimane avvolto nel mistero. Nemmeno gli organi di informazione indugiano troppo sulle indiscrezioni trapelate. Sappiamo meno di zero.
Ma sì, è più facile parlare di altro. E' più rassicurante spostarsi su altri ideali femminili, parlare della farfallina di Belen o dell'ultima starlette di turno...

Auguriamoci che questa vicenda non cada nel silenzio assordante delle nostre coscienze, perchè questa è l'italianità di cui vogliamo sentir parlare, un'italianità fatta di persone semplici che fanno il proprio dovere con umanità e senso di compassione.

Per informazioni sull'argomento vi consiglio questo link:
http://www.rossellaurru.it/

martedì 21 febbraio 2012

Festival: alcuni bilanci sul paese e sulla tv



Il Festival di Sanremo è come l'odore di fritto: è difficile liberarsene! Io ho cercato con tutte le mie forze di liberarmene, ma non ci sono riuscita pienamente. La mia testa è stata invasa da pensieri che credevo ormai un pò "passè" ed anche di scarsa rilevanza. Cercavo di chiedermi:"Ma perchè mai si dovrebbe essere interessati da un fenomeno di costume ormai privo di stimoli?"
E invece no. Anche questa volta sono stata smentita nelle mie convinzioni. Perchè è facile fare gli snob e dire che certe cose prive di importanza non ci riguardano. Insomma anche le cose più banali hanno bisogno di un riscontro e pretendono delle risposte/conferme nella nostra testa.
E così ho deciso di seguire la prima puntata e l'ultima. Ho cercato tante volte di non storcere il naso e mi sono perfino imposta di non fare zapping. E'stato un "tour de force"!
Sono arrivata ad una conclusione: il Festival è un programma discutibile (può piacere o no), ma non manca mai di darci uno spaccato della società in cui viviamo.

Ho anche capito 3 cose, tra le altre che preferisco tenere solo per me:

1) Questa Italia è un paese che tramanda le sue tradizioni. E' fatto di vecchi al servizio dei vecchi e non mi riferisco solo ai vecchi anagraficamente, ma anche a coloro che sono rimasti, loro malgrado, ancorati al passato incapaci di esercitare la propria immaginazione, incapaci di vedere altro se non le proprie ragioni.

2) Questa Italia  è un paese moderno e si vanta di essere innovativo  nel momento in cui mostra in video la farfallina tatuata sull'inguine di una valletta, il cui obiettivo nella vita è quello di "provocare".

3) Questa Italia è un paese credibile, perchè ha un servizio pubblico equo e imparziale, che ci rappresenta tutti e che risponde alle nostre esigenze. Riesce ad attuare tutto ciò, trasmettendo gli stessi programmi di trent'anni fa.

Come avrete capito sono ancora confusa da tutto quello che ho visto.
A tirarmi su di morale ci sono state, per fortuna, le canzoni che mi sono sembrate di discreto livello. Inutile dire che sono felice che abbiano vinto tre donne... 




E poi che dire degli arguti interventi di Rocco Papaleo? Semplicemente fantastico!

mercoledì 1 febbraio 2012

Giovani "sfigati"?



Mi sono laureata a 23 anni. Qualcuno potrebbe pensare che sia una studente modello o che abbia un'intelligenza eccelsa. Niente di tutto ciò...ho semplicemente studiato all'estero. Intendiamoci non mi sono fatta una passeggiata e il mio percorso di studio non è stato certo facile. Posso dire di aver avuto la fortuna di nascere in una famiglia di larghe vedute e di aver avuto le possibilità logistiche ed economiche per trasferirmi. Per la precisione ho preso armi e bagagli a 19 anni e mi sono trasferita da una mia zia a Liverpool, una delle città più "cool" per una ragazza piena di speranze. "Great Expectations", "Grandi Speranze" come il titolo di un libro di Dickens...

Così, quando sento dire dal Viceministro del Lavoro Martone in questi giorni che chi si laurea a 30 anni è uno "sfigato", dovrebbe venirmi automatico condividere questo pensiero.
Non è così, mi sento pervasa solo da una profonda tristezza. Tristezza per questi gruppeti di privilegiati fra cui aggiungo anche il ministro Michel Martone, sempre più avulsi dalla realtà in cui vivono.
Ma il problema è che non sono solo i politici ad essere così distaccati, purtroppo vediamo lo stesso comportamento anche nelle nostre università, negli uffici pubblici che dovrebbero rappresentarci, nelle istituzioni in generale.

Il viceministro si accanisce sui giovani universitari dimenticandosi che il problema parte dal sistema italiano. Un esempio pratico: all'estero lo studente non viene lasciato solo a decidere quando dare gli esami. In Inghilterra dove ho studiato io, ma anche in Olanda, Svezia, Norvegia, lo studente è accompagnato da un tutor che lo guida nel suo percorso e lo tiene aggiornato sulle scadenze. Quindi, quando si presenta la data dell'esame, ci si presenta un certo giorno a una certa ora. Nessuna possibilità di proroghe, ti presenti all'esame altrimenti sei bocciato e non ottieni i crediti per passare il corso. Niente di più semplice e lineare.
C'è da chiedersi a cosa servano qui i professori se poi lo studente deve gestirsi da solo orari, ritmi, scadenze....

Quando avevo finito l'Università, i miei ex compagni di liceo si destreggiavano con gli esami del terzo anno. Altro problema quindi, la competitività. L'obsoleto sistema italiano con i corsi quinquennali, obbliga gli studenti a restare sempre indietro rispetto alle proprie controparti europee. Nel resto d'Europa la maggiorparte dei trentenni ha già messo su famiglia, ha la sua casa ed ha un lavoro ben remunerato. Tutte cose che qui rappresentano un mito irraggiungibile.

Prima di puntare il dito sui giovani bisognerebbe soffermarsi anche sugli errori dei padri. Generazioni e generazioni di statisti e politici che non hanno lasciato niente ai giovani se non un pugno di speranze inattesse.

Le ultime notizie ci dicono che il buon Martone ci tiene a ridimensionare le parole pronunciate e ammette che le sue esternazioni sono state poco "sobrie". Ah però, ci sentiamo profondamente rassicurati!

giovedì 19 gennaio 2012

Madre Terra si ribella


Il 2012 sembra proprio essere l'anno delle catastrofi. Sarà per le previsioni azteche sulla fine del mondo, sarà perchè la mia piantina di pomodoro ha continuato a crescere e a fruttificare fino a dicembre, fatto sta che conferme sullo squilibrio ambientale del nostro pianeta arrivano anche da organi ufficiali.
Facendo zapping in TV mi è capitato di ascoltare la trasmissione su Rai3 "Fuori TG" durante la quale un giornalista di Repubblica, Antonio Cianciullo, riferendosi al cambiamento climatico degli ultimi anni, parla di un disastro tangibile le cui conseguenze non sono neanche tanto lontane nel tempo.

A parer suo, è importante oggi più che mai riflettere su questi temi per diversi motivi. Primo fra tutti il problema della desertificazione che sta facendo sparire interi territori e provoca, di conseguenza, la diminuzione delle risorse. Esiste poi il problema dello spopolamento di alcune zone e il possibile verificarsi di emigrazioni di massa. Infine l'emergenza sanitaria originata dal cambiamento delle temperature. Si è riscontrato, per esempio, che le zone definite malariche si stanno espandendo. La zanzara portatrice della malattia starebbe infatti trovando microclimi favorevoli anche nel Nord dell'Africa che, se ci pensiamo, è "a un tiro di schioppo" dalla nostra Sicilia.

Tutto da tenere presente anche se le multinazionali, come sempre, non si fanno minimamente scalfire dall'argomento in nome dello sviluppo o meglio del profitto personale.
Secondo la Conferenza di Durban in Sudafrica, servirebbero 400 miliardi di dollari per cercare di arginare almeno in parte l'emergenza. Inutile dire che in questo periodo di crisi questo argomento sembra l'ultimo dei problemi dei governanti. Ma proviamo a immaginare cosa significherebbe per noi  riconsiderare le nostre abitudini. Fare magari i conti con la siccità, la presenza di nuove malattie, la diminuzione delle nostre risorse agricole.

Ecco, sembra "catastrofismo", ma visto il fenomeno della "neve chimica" verificatosi qualche giorno fa a Brescia ed in zone limitrofe e dovuto principalmente all'inquinamento, sto cominciando a pensare che la questione ci tocchi direttamente.
E poi questo inverno inusuale?
Non so da voi, ma qui a Genova fino a dicembre non faceva per niente freddo e sotto il sole si poteva girare anche senza giubbotti. Sarà un caso?

venerdì 13 gennaio 2012

African Women - In viaggio per il Nobel della Pace


Se vi siete persi la trasmissione su Rai tre (come ho fatto io!) potete trovare qualche informazione su questo sito. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate...


African Women - In viaggio per il Nobel della Pace

giovedì 5 gennaio 2012

Inizio d'anno


Dopo le luci sfolgoranti e le corse all'ultimo regalo, mi è sembrato il caso di soffermarmi su qualcosa di diverso...
Questa canzone di John Lennon è sempre stata molto attuale, ma ogni anno che passa assume per me un significato diverso. Ho pensato di condividerla con voi.

Per chi non avesse dimestichezza con l'inglese, ecco una delle traduzioni un pò più fedeli al testo originale.


WORKING CLASS HERO:::(L'EROE PROLETARIO)

Appena nasci ti fanno sentire piccolo
togliendoti tutto il tempo che potresti avere
finchè il tuo dolore si fa così grande che non senti più nulla

Devi diventare un eroe proletario
Devi diventare un eroe proletario

Ti feriscono a casa, ti colpiscono a scuola
Ti odiano se sei intelligente e ti disprezzano se sei stupido
Così impazzisci totalmente
E non puoi seguire le loro regole

Devi diventare un eroe proletario
Devi diventare un eroe proletario

Dopo averti terrorizzato per 20, assurdi anni
S'aspettano che tu scelga una carriera,
Quando in realtà sei così pieno di paura che non puoi ingranare

Devi diventare un eroe proletario
Devi diventare un eroe proletario

Ti drogano di religione, sesso e televisione
E tu pensi d'essere furbo, senza pregiudizi, libero,
Mentre resti un stronzo che non capisce niente,
per come la vedo io

Devi diventare un eroe proletario
Devi diventare un eroe proletario

E ti continuano a dire "in cima c'è spazio"
Ma devi prima imparare a uccidere sorridendo
Se vuoi gareggiare con la gente in alto

Devi diventare un eroe proletario
Devi diventare un eroe proletario

Se vuoi diventare un eroe, seguimi
Se vuoi diventare un eroe, seguimi