venerdì 21 ottobre 2011

Un salto indietro


"PEOPLE HELP THE PEOPLE"- Cherry Ghost


Ogni volta che ascolto questo pezzo è come rivivere una parte del mio passato. In particolar modo gli anni di Università passati a Liverpool. Molti hanno un'idea un pò stereotipata dell'Inghilterra, fatta di graziose casette di mattoni rossi, di tradizionali cabine telefoniche rosse e guardie della regina di fronte a Buckingham Palace. Niente di più lontano da quello che ho vissuto io. Ho conosciuto anche un paese fatto di spaventose contraddizioni e radicati malesseri Per cominciare c'è un abisso fra il nord e il sud del paese (come dappetutto del resto...) e infine (che ve lo dico a fare...), un posto bisogna viverlo prima di crearsene un'opinione.

Il video evoca in me tutta una serie di situazioni. Quanti volti mi sembra di rivedere, quante emozioni sento rivivere in me. Quei giorni in cui tutto sembrava possibile, senza limiti, senza convenzioni....
"Me, myself and I", come il titolo di una canzone di Billie Holiday, era il motto di quel periodo.
Ci sono stati anche momenti bui, non vedo quegli anni solo con sguardo positivo. Ho avuto anche le mie belle ferite e non sempre mi sono servite. Alcune cose le potevo evitare, ma che dire... questa sono io...
Buon ascolto!

martedì 11 ottobre 2011

Ambasciatrici di pace


Ogni tanto da qualche parte si sente parlare dell'Africa per argomenti che non siano fame, carestia, arretratezza e guerra. E questo segnale di novità sembrano portarlo le donne. Donne sempre poco rappresentate. E' il caso di due donne che sono state insignite del premio Nobel per la pace e il cui nome per alcuni risuonerà come una cassa vuota. Ma forse è questo il loro destino: lavorare sottovoce, dietro le quinte anche quando in realtà il loro ruolo è di fondamentale importanza.
Sto parlando di Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia e la sua connazionale Leymah Roberta Gbowee, che, insieme alla Yemenita Tawakkul Karman, possono essere definite vere e proprie ambasciatrici di pace. 
Non credete, nonostante le mie origini africane, sono nomi sconosciuti anche per me e ho dovuto sudarmele delle informazioni decenti su di loro. Perchè il problema è sempre lo stesso. Non impressiona poi più di tanto la vita delle donne anche quando fanno qualcosa di straordinario. Anche quando attraverso le loro azioni garantiscono situazioni di certezza e prosperità. E così cadono nell'oblio miriade di donne normali che portano avanti famiglie in silenzio, in sordina, ma più tenaci e forti che mai.
Ma poi a nessuno, meno che mai in questo frangente economico, interessa della condizione della donna in Africa anche perchè questo continente, ormai razziato da tempo immemore, non rappresenta più niente di appetibile. Sempre che non si tratti di petrolio (Nigeria, Libia). La cosa più proficua per tutti i paesi cosiddetti sviluppati è mantenere uno stato di miseria, ignoranza, conflitto. Ormai non c'è più bisogno di dichiararla una guerra contro un popolo, basta mantenerla e alimentarla.
Ed è proprio contro questo stato di cose che devono lottare le ambasciatrici di pace. Lottare contro l'ignoranza e la corruzione dei loro paesi, ma anche contro forze più grandi di loro, perpetrate e mantenute proprio dagli stessi governi che si dicono a favore dello sviluppo.
Quale sviluppo si può creare quando le armi che tengono in mano i bambini del Sudan sono le nostre?

Per saperne di più sull'argomento consiglio questi link:

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2011/10/7/NOBEL-PER-LA-PACE-Premiata-Ellen-Johnson-Sirleaf-presidente-della-Liberia-e-altre-due-donne/212422/

http://www.ilpost.it/2011/10/07/il-nobel-per-la-pace-a-ellen-johnson-sirleaf-leymah-gbowee-e-tawakkul-karman/