martedì 22 marzo 2011

Le città siamo noi



Ritornando al tema delle città sempre più anonime e alienanti, ecco un video che, da torinese trasferita da poco a Genova, non potevo farmi scappare. L'album EDEN dei Subsonica è uscito l'8 marzo e questo brano è carico di riferimenti che mi riportano ai vent'anni...Una città malinconica e inquietante, un amore tormentato, una vita fatta di maschere...L'effetto per me è stato come per Proust e il sapore delle sue madeleine: il sensoriale evoca il ricordo...
Una curiosità, specialmente per i torinesi: il fruscio di sottofondo è la registrazione del Po mixata poi nella base ritmica del pezzo...Lasciatevi trascinare!

martedì 8 marzo 2011

Quelle donne senza nome...

Immaginate di essere sospesi tra pazzia e gioia, tra speranza e disillusione, sempre in conflitto fra corpo e anima e di svegliarvi un giorno e pensare di aver acquisito un certo livello di lucidità che vi permette di dire: "Forse oggi posso pensare che non va poi tutto così male"...Bello! Illusorio, aggiungerei, ma è quello che ho sentito oggi svegliandomi, anche agevolata da una splendida giornata di sole...
Perchè oggi, ho pensato di non essere la sola a soffrire, di non essere la sola a pormi delle domande.
Perchè oggi, mi va di pensare a tutte quelle donne che non possono parlare, pensare, esprimersi solo in conseguenza di leggi o culture imposte. In questo continuo altalenare di pensieri e sentimenti, mi sono considerata una persona completa, proprio perchè, pur vivendo in un sistema predefinito, almeno mi posso concedere il lusso di pensare e di essere considerata semplicemente come un essere umano e non solo una femmina. E questa cosa non è così scontata ovunque...Forse sono in questo agevolata dalla mia cultura "meticcia", in cui le differenze non possono che essere uno stimolo, una ricchezza, un modo per vedere oltre il proprio cortile.
Questa tanto celebrata festa della donna, che guardo con tanto scetticismo, mi ha permesso di fare una riflessione che spero sia importante nel mio viaggio di consapevolezza. Seppure per un giorno all'anno, si deve dedicare un pensiero a tutte le donne che in sordina, sottovoce e a volte senza nome, permettono alla società di andare avanti. Senza nome, ponendosi al servizio, come dei militari al fronte, come quelle operaie che nel 1908 a New York, si fecero bruciare vive, pur di esprimere un'idea...Grazie a loro siamo quello che siamo, grazie a loro possiamo scegliere di essere veline o avvocati, casalinghe o donne in carriera. Grazie a loro possiamo decidere chi essere con tutti i pro e contro del caso.  

giovedì 3 marzo 2011

E per rilassarsi...




La dimensione del sogno allo stato puro....distendetevi e ascoltate
SMOKERS OUTSIDE THE HOSPITAL DOORS- EDITORS (2007)

mercoledì 2 marzo 2011

E che faremmo senza le nostre abitudini?

Sarebbe difficile immaginare di vivere anche solo 24 ore senza tecnologia, senza le nostre abitudini, senza le nostre quotidiane nevrosi. Perchè siamo tutti bravi a dire che vorremmo una bella casetta in campagna stile mulino bianco, lontano dal tran tran delle città....e si sente spesso il luogo comune vita immersi nella natura uguale vita serena. Ma siamo davvero preparati a tutto questo? La nostra cultura ci ha abituati ad aspettarci sempre di più da tutto ciò che ci circonda, in effetti basta che qualcosa si scontri con la nostra routine o con la nostra tabella di marcia e subito tutto sembra trasformarsi in un incubo. Anche i soggetti più quieti si trasformano improvvisamente nei personaggi più inquietanti, mettendo in evidenza le parti più animalesche del proprio essere. E allora tutto questo come si coniuga con i ritmi lenti della natura? Non siamo più in grado di aspettare. Ci si arrabbia anche quando ci si dovrebbe rilassare e divertire...ci si lamenta dello stress del lavoro, eppure si vogliono accumulare sempre più soldi per comprarsi l'ultimo modello di telefonino. Si perde tempo ad accumulare soldi quando in realtà non si ha neanche tempo di goderseli con i propri cari. Vogliamo una famiglia perfetta e possibilmente numerosa senza chiederci quanto tempo potremo dedicare ai nostri figli. Ma sì tanto ci sono le baby sitter...e giù lavoriamo di più...E noi donne siamo specialiste in questa sorta di ipocrisie...Vogliamo tutto, ma poi ci lamentiamo di ciò che abbiamo costruito con le nostre stesse mani. Beh, attenzione, perchè potremmo ricevere proprio tutto ciò che abbiamo sognato fino adesso e svegliarci un giorno e chiederci se ce lo meritavamo...