venerdì 16 novembre 2012

Anima mia dove sei?



 
E' un periodo in cui mi bazzicano tante idee per la testa, ma non riesco a dare reale forma a nessuna di esse e mi pesa un pò. Ecco perchè in questo caso specifico ci ho messo parecchio prima di scrivere questo post, a differenza di quello che accade di solito. Ma questo era un tema davvero particolare ed articolato, qualcosa che non avrei mai potuto trattare con troppa leggerezza. Eppure la mia intenzione è paradossalmente quella di parlare di qualcosa che leggero è veramente, impalpabile quasi sempre indefinibile...

Lo spunto è partito ancora una volta da una trasmissione televisiva che seguo con interesse all'ora di pranzo, trattasi di "Diario Italiano" condotto da un supremo Corrado Augias.
Immaginate come si è "canalizzato" il mio interesse nel momento in cui si annunciava che l'argomento del giorno sarebbe stato di difficile approccio. Lì per lì sono rimasta perplessa: possibile che all'ora di pranzo non si possa parlare d'altro? Magari del solito trito e ritrito tema della crisi?
E invece no, ho dovuto ricredermi. Si parlava di ANIMA. Sì lo scrivo in stampatello perchè si tratta di una parola che sicuramente scatena in ognuno di noi una marea di pensieri.

Ebbene in questa trasmissione si è cercato di concettualizzare questo termine senza vagare nè troppo nel filosofico nè troppo nello spiritual-teologico.
L'ospite era Edoardo Boncinelli, laureato in fisica specializzato genetista e che comunque non disdegna lo studio della filosofia. Perfetto. Qualcuno che poteva avere una visione "oggettiva" dell'argomento.

Ha scritto un libro, "Quel che resta dell'anima", in cui tratta le varie definizioni di anima per la cultura ebraica (spirito santo), greca (Aristotele vs Platone) e araba. Lascio a voi il documentarvi sulle fonti. Ma è su questa domanda che ho dovuto soffermarmi un pò di più per riflettere:

L'anima esiste anche negli animali?

Boncinelli argomenta che gli animali hanno una senso di sè che è sia soggettivo che collettivo, cioè sanno che cosa sono ed hanno coscienza di essere parte di un gruppo. Ma questo di per sè, definisce già l'anima? Ci si è poi spostati su un altro versante discutendo sul fatto che la coscienza della propria fine può essere un criterio su cui basarsi per definire l'anima e si è affermato che

L'uomo è l'unico essere cosciente della propria fine

Ma è proprio qui che ho dovuto fermarmi. Ho dovuto pensare, rifarmi ad esperienze passate per capire fino in fondo questa frase.
E ancora penso di no. Penso che non siamo solo noi ad essere coscienti di questo. Che il vitello che vive in un allevamento, ad un certo punto capisce quale sarà la sua fine, che la volpe inseguita dai cani sa quale sarà l'esito della giornata se non corre più veloce che può, che il  cane vecchio e malato sa che forse è arrivato per lui il momento di abbandonare questa vita. Lo sanno, ma non lo comprendono veramente. E questo allora presuppone che non abbiano un'anima?

Io credo che gli animali non abbiano la consapevolezza, ma che in alcuni casi si elevino al di sopra di molti individui che si definiscono esseri umani.

Ed infine, ecco una chicca per tutti noi. I buddisti si interrogano spesso sul significato di anima e affermano che

Occorre pensare di essere un'anima con un corpo e non solo un corpo con un'anima

Questa affermazione cambia totalmente le nostre prospettive spostandole su un altro versante e facendoci focalizzare su cosa sia realmente importante nel nostro percorso di miglioramento individuale.

Preciso che non sono nè animalista, nè vegana, nè buddista, ma credo che oggi come ieri il tema dell'integrità spirituale e della consapevolezza di sè e di ciò che si è non sia di poco conto. In fondo è il pensiero che ci contraddistingue nella nostra identità, vedi Cartesio.

Se vi interessa approfondire sul libro di Boncinelli ecco un link che fa al caso vostro:

http://www.lafeltrinelli.it/products/9788817060868/Quel_che_resta_dell'anima/Edoardo_Boncinelli.html

  

venerdì 9 novembre 2012

Meraviglioso



Credete nelle coincidenze? Non vi è mai sembrato almeno una volta di vivere qualcosa che avevate già vissuto e che si ripresenta quando meno ve l'aspettate? No, non sto delirando, tranquilli!
Fatto sta che oggi i miei sensi sono invasi da un senso di meraviglia, di stupore, come se fossi per un attimo tornata indietro a quando ero bambina e avessi dimenticato anche solo per poco i miei affanni di questi anni.
Non sono stati anni facili. Le incertezze sono state molte, troppe ed hanno messo in discussione tutto il mio presente. Chi mi conosce sa che un lutto tremendo ha segnato per sempre la mia vita ed ha cambiato il mio modo di essere....

Cosa avrà dunque potuto distogliermi da tutto questo, direte voi?

UN AMARYLLIS

Un che? Sì, proprio un amaryllis. Una pianta affascinante e colorata che sboccia proprio in questi mesi che volgono all'inverno. Una pianta incredibile con fiori carnosi, enormi, stupendi!
Oggi lo vedo ricrescere dal nulla in cui lo avevo abbandonato mesi fa. Avevo lasciato il vaso in un angolino neanche tanto soleggiato ed ecco veder spuntare qualcosa di verde che fa capolino dalla terra secca.
Un inno alla vita, un tripudio dei sensi ecco cos'è il mio amaryllis!

Mi sono venute in mente tante cose. La mia infanzia a Settimo Torinese, le passeggiate all'aria aperta che facevo con mio padre, lo stupore che mi invadeva tutta, quando guardavo animali e piante.
E, nel momento in cui osservo la mia piantina, ecco che alla radio arrivano le note di "Meraviglioso", cantata dai Negramaro che reinterpretano un fantastico Modugno.
PRESENTE E PASSATO si fondono alla perfezione. Vecchio e nuovo si danno la mano e vogliono donarmi un pò di pace...forse vogliono dirmi che tutto deve andare avanti ,che non ci si può fermare perchè tutto scorre veloce e non si può perdere il treno della vita.

E' bastato così poco per cambiarmi la giornata? Ebbene sì...la più scettica delle scettiche vi dice di sì, perchè forse c'è bisogno di piccole cose semplici per risvegliare la nostra essenza più profonda.
Ciò che era complicato è diventato semplice....