venerdì 17 giugno 2011

Festival della poesia a Genova



La poesia è un genere decisamente fuori moda...almeno così sembra a me che continuo a tenere le mie raccolte di poesie rigorosamente nel cassetto. Beh, questa settimana gli appassionati di questo genere potranno sfogarsi almeno a Genova. Io non potrò esserci questa sera, ma vi passo un pò di informazioni sull'evento che mi sembra molto interessante. Molti degli appuntamenti sono gratuiti!


http://www.festivalpoesia.org/2008/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=103&Itemid=56

venerdì 3 giugno 2011

Vox populi, vox dei?


Ci si accorge che è arrivata l'estate dal fatto che accendendo la TV siamo invasi da repliche e programmini di dubbio contenuto. Beh, potremmo consolarci pensando che abbiamo più tempo per uscire e da dedicare a ciò che ci piace fare...ma allora, perchè pagare il canone per tutto l'anno? Ovviamente la mia è una provocazione.
Vero è che per il canone paghiamo molto meno di paesi come l'Inghilterra e la Svezia, ma possiamo dire che il nostro servizio pubblico sia davvero di qualità?
Vi regalo un pò di dati (speriamo non troppo noiosi!). Prendiamo ad esempio due tipi di programmazione come la "fiction" e i cosiddetti programmi "educational" e confrontiamo quello che succede in RAI e alla BBC...
Innanzitutto in Rai le fasce orarie sono in blocchi di 2 ore rispetto alla Bbc dove invece si parla di fasce di un'ora, massimo un'ora e mezza. Questo rende i tempi lunghi e tediosi. Spesso assistiamo a fiction in cui ci perdiamo in trame senza fine ed anche senza senso e che non fanno che abbassare il livello qualitativo delle storie. Ci sarebbe poi da dire che alcune di queste fiction sembrano messe ad hoc solo per tappare buchi televisivi, ma questo è ancora un altro discorso...
I programmi "educational" sono poi molto diversi da quelli della controparte inglese. La BBC è pioniera dell'innovazione ed esporta anche format di documentari all'estero. Si punta sulla sperimentazione, si cercano divulgatori carismatici e accattivanti. Qui ci affidiamo a delle copie evanescenti di programmi che si trasmettevano anni fa.
Se infine chiediamo agli italiani e agli inglesi cosa pensano del servizio pubblico, il 43% degli italiani si considera soddisfatto a fronte di un 59% degli inglesi. Quando ci si riferisce alla capacità dello spettatore di rispecchiarsi nell'emittente televisiva pubblica, la percentuale degli italiani cala al 39%.
Per farla breve, sembra che nella televisione italiana ci sia un problema di organizzazione del palinsesto, una mancanza di argomenti di qualità e un deficit di personalità. Io aggiungerei che manca una leadership culturale capace di raccogliere le onde di cambiamento di un paese che è in continua evoluzione. La RAI dovrà affrontare presto questo problema, perchè non credo che le nuove generazioni si riconosceranno ancora a lungo nelle repliche di programmi che andavano in onda 30 anni fa...