venerdì 10 maggio 2013

Un brutto risveglio



Non tutto il male viene per nuocere. Perchè finchè c'è speranza di cambiamento ogni barriera diventa invisibile, ogni muro di ostilità può essere abbattuto. No, non sto ancora delirando, anche se è un periodo in cui o per una ragione o per un'altra non riesco a dormire bene.

Quello a cui assistiamo in questi giorni ha dell'incredibile, almeno per me che forse da troppo tempo vivo in un mondo tutto mio. Mi sono posta molte domande sul senso di vivere ancora qui, in questo paese che è il mio paese, ma non lo è completamente, perchè le mie origini sono anche "altre".

Mi sono chiesta come posso proteggere mio figlio, un "mezzo sangue" come me, dalle brutture di una società che in fondo vede ancora le culture "altre" come qualcosa da temere e non da incentivare o da scoprire.Il "political correct" non regge più e la società italiana si mostra per come è: una società che ha ancora paura di ciò che è diverso da sè e non vede la cultura dell'accoglienza come qualcosa che arricchisce, ma che invece toglie.

Beh, ve lo dice una "mezzo sangue", non vi viene tolto proprio niente! Avrete solo un'occasione in più per capire in che direzione si sta inevitabilmente andando.

L'Italia non è fatta solo più di italiani, questa è l'ovvietà. La scuola ce lo dimostra quando all'uscita, andando a prendere i nostri figli, vediamo facce di ogni foggia e colore e distinguiamo idiomi diversi. Lo vediamo in vari settori lavorativi. Alle casse dei supermercati, nelle fabbriche, nelle agenzie di viaggio e, credeteci o no, anche negli uffici amministrativi e nelle banche. Credete che stia vivendo in un mondo parallelo?

Quanti di voi sanno che la maggiorparte dei settori che dominano le nostre vite sono gestiti da stranieri? Quanti di voi sanno che il mondo dell'associazionismo e anche del volontariato fonda i propri pilastri sugli stranieri? Sapete quanti medici di base stranieri ci sono in Italia?

Il brutto risveglio non credo di averlo io. E allora ringrazio persone come la ministro Cècile Kyenge, che nonostante tutto vanno avanti, perchè vogliono andare oltre la coltre del buonismo e dell'invisibilità. Già, perchè c'è una buona fetta di società che è stufa di stare zitta, è stufa di essere invisibile, di stare ai margini. Ci sono professionisti in questo paese che solo per il fatto di essere neri o di qualsiasi altro colore, sono trattati con sospetto, ancora come degli ignoranti.
In fondo la ministro è solo un simbolo. E' là a ricordarci che esiste anche un'altra Italia di cui nessuno si ricorda e che è scomoda da accettare.

Ma il mondo là fuori è grande, molto più grande dell'Italia, che chiusa nel proprio provincialismo, si dimentica che ci sono più italiani fuori dal paese che sul territorio.

Grazie ai cori razzisti! Grazie all'intolleranza! Grazie ai commenti bigotti, perchè mi stanno dando forza. Mi stanno dando sempre di più la consapevolezza di contro cosa devo lottare, anche nel mio piccolo. Per me, per la mia famiglia mista, per il futuro di tanti ragazzi nati e cresciuti in Italia e che devono sempre sentirsi ai margini solo perchè le loro famiglie hanno origini "altre".

GRAZIE A QUESTO PAESE! Grazie per tutto quello che mi ha insegnato e continua ad insegnarmi.

giovedì 2 maggio 2013

L'utile e il giusto



Questo è un paese anomalo. E mi direte: "Lo sapevamo già!". Già lo sanno tutti, ma io non riesco ancora a fare i conti con le sue contraddizioni. E penso- "Sarò l'unica a pensarla così?"

Questo è un paese dove i termini Italia e Italiani NON vogliono dire la stessa cosa. Dove gli abitanti non si sentono facenti parte del territorio in cui vivono.
"Eh, ma io sono di Salerno!"-mi diceva qualche tempo fa un amico campano
"Vuoi mettere la differenza con Napoli?"
Ma poi vuoi mettere un Pisano e un Fiorentino nella stessa stanza? E poi i Lombardi non sono mica tutti uguali. Che dire dei Bresciani e poi Bergamo alta, Bergamo bassa?
Insomma, tutti ci sentiamo detentori della nostra piccola verità nella nostra piccola realtà e poi ci stupiamo perchè in Europa non ci capiscono e ci guardano strano...

Questo è un paese dove il Ministro per l'Integrazione divide invece di unire. Dove il suo essere nera e sottolineo nera e non "di colore", come i buonisti benpensanti la definiscono, non può fare il Ministro come Dio comanda perchè viene continuamente etichettata e criticata con toni razzisti che non risalgono neanche al Medioevo, ma che fanno parte di un periodo oscurantistico ben più atavico.
La Ministro Cècile Kyenge non è solo rea di essere donna in un ambiente che fino all'altro ieri era prettamente maschile, ma è anche...nera! Cavoli, nel 2013 non credevo ci si dovesse ancora confrontare con l'idea che i neri sono degli ignoranti appena scesi dall'albero della palma. Però!

Questo è un paese dove si passa più tempo a parlare dei carnefici che delle vittime. Mentre una povera ragazza piange e si dispera al capezzale del padre carabiniere colpito da un colpo di pistola senza un perchè, mentre faceva il suo dovere, mentre difendeva le istituzioni, si perde tempo a capire la psicologia del disgraziato che gli ha sparato a bruciapelo. Ci interessa di più conoscere i risvolti della sua vita: perchè era così disperato? Perchè la moglie non gli è stata vicino? Perchè lo Stato non ha capito? Perchè non gli facciamo anche una carezzina già che ci siamo? Poverino...aveva perso il lavoro lui, era depresso...già, come se questo lo autorizzasse un giorno ad ammazzare senza pietà delle povere persone che avevano la sola colpa di trovarsi là, a Palazzo Chigi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Io vivo qui come voi in questo paese. Potrei andarmene domani da questo sfacelo, ma non lo faccio. Perchè, direte voi? Perchè ancora credo che al di là dell'utile esista qualcosa di più importante, il giusto. In un paese imbarbarito in cui vale tutto e il contrario di tutto, dove al sogno, la bellezza, il senso della visione si è preferito dare spazio all'opportunismo, la furbizia, la legge del più forte (ovvero di quello che urla di più), io voglio esserci, anche come minoranza, a ribadire il mio pensiero, a dire a tutti che esiste qualcosa di diverso, che la vita vera non è quella che viene descritta in TV, che anche nella minoranza si può fare un gran frastuono. E allora io voglio dire tutto questo oggi, in questo paese anche con una vocina flebile, quasi sussurrata. Non importa cosa succederà, io intanto ci ho provato...