giovedì 17 gennaio 2013

Emergenza Mali

Il Mali sta scoppiando. Basta leggere le ultime notizie per cadere nello sconforto. La Francia si è già mobilitata per portare soccorso alle popolazioni del Nord del paese, strette fra la morsa indipendentista dei Touareg e le incomprensibili e rigide leggi islamiche. E' un disastro e ci colpirà tutti da vicino. L'Europa lo sa che da questi paesi che a noi sembrano lontani anni luce, dipende l'equilibrio mondiale e ha già mobilitato le sue forze militari. Al Qaida milita qui bambini e adolescenti. Fame ed ignoranza fanno il resto.

Pochi sanno che il Mali è un simbolo per tutta l'Africa. Un simbolo di cultura. Perchè in questo, che è uno dei paesi più poveri dell'Africa, esiste la più grande biblioteca del territorio subsahariano, università di alto livello, grande multiculturalità e varietà linguistica da far invidia alle più grandi metropoli. Che spreco inutile è questo conflitto. Spreco di vite, spreco di ingegno, spreco di potenzialità.

Mio padre ha fatto il medico in Africa Occidentale per 14 anni. Ebbene sì, contro il parere dei suoi genitori è partito all'avventura in un paese completamente nuovo. Là si è sposato con mia madre, insieme sono partiti per l'Italia, poi sono nata io. In casa nostra il Mali rappresentava una meta obbligata, un luogo da visitare assolutamente, un paese d'arte e cultura. Adesso non posso sopportare che questo meraviglioso paese vada in rovina. Ecco perchè non voglio dimenticare i profughi e coloro che si dichiareranno rifugiati politici, coloro che resteranno orfani, le famiglie che si divideranno. Non facciamo calare il sipario su questa vicenda, non abbandoniamo questo paese come è purtroppo avvenuto ai tempi del genocidio in Rwanda.

Se vi interessa l'argomento vi consiglio questi link:
http://www.worldvision.it/public/aggiornamento.mali.online.pdf

http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201301151149-ipp-rt10110-mali_onu_500mila_civili_in_fuga_intersos_emergenza_a_nord

mercoledì 9 gennaio 2013

Regali e...regali

Se qualcuno mi proponesse di sparire in qualche monastero per le prossime settimane, penso proprio che senza esitazione risponderei di sì. Mai come quest'anno la pausa natalizia mi ha fuso il cervello a dei livelli tali che non credevo possibili. Tant'è vero che vago per le stanze di casa disorientata, dimenticandomi persino delle semplici mansioni giornaliere. Ho cambiato ritmi, mi sono divertita, ho mangiato e bevuto parecchio. Perciò perdonatemi se avrò qualche segno di cedimento nel modo in cui esprimo i miei concetti...


Questi giorni di ritorno alla routine sono risultati difficili e proprio oggi il mondo si è come diviso per presentarmi due categorie di persone: quelle che forse non ci tengono particolarmente a te, ma che tutto sommato sono sincere, insomma sai cosa aspettarti, e quelle che ti erano risultate piacevoli, forse anche simpatiche e di cui non ti saresti mai aspettata di conoscere la parte più ignobile.

Ricapitoliamo. A dicembre cadono tre compleanni importanti nella mia famiglia. Quello di mia mamma, di mio figlio e il mio, ognuno a distanza di tre giorni l'uno dall'altro e a ridosso del Natale. Quindi cerco sempre di festeggiare organizzando una merenda/cena speciale che si svolge sempre a casa. Da quando è nato mio figlio è lui il centro dei festeggiamenti, quindi dedico a lui particolare attenzione, il che significa festa a tema e tanti giochi per i bambini.  Anche quest'anno sono stata piacevolmente stupita da quante persone siano venute e da quanto bene si sia stati tutti insieme. Mi fa piacere e mi dà fiducia negli altri. Mi viene da pensare che in fondo il Natale è davvero un'occasione per tirar fuori il meglio di sè.

Mi sbaglio. Sì perchè poi succedono episodi come questo.
Proprio ieri ricevo la telefonata di una delle mamme che avevo invitato e che mi dice:
"Scusa se non sono potuta venire al compleanno di tuo figlio, ma sai mio padre stava male e..."
"Non ti preoccupare" faccio io con sincera compartecipazione
"Ma sai ho qui in macchina un pensierino per tuo figlio che volevo farti avere...Sei a casa?"
"Certo sali pure" rispondo io entusiasta
"No, no, sono di fretta...anzi potresti scendere che non mi oso a salire?"
"Eh?" penso io
PAUSA
"Sai sono tornata tardi dal lavoro e mi sono detta che dovevo lasciarti il regalo..." continua lei
PAUSA in cui sto pensando che forse dovrei dirle di lasciar perdere, che non si deve affatto disturbare. Ma poi le dico:"Va bene...ti ringrazio, scendo..."
Non si osa a salire...ha fretta...deve lasciarmi il pensierino...tutto mi frulla nella testa e raggiunge l'apoteosi quando la vedo, la guardo in faccia e annuso falsità, ipocrisia e anche imbarazzo.
Ma come...qualche settimana fa parlavamo piacevolmente, ci scambiavamo opinioni, stavamo bene insieme e adesso devo ricredermi? Ebbene sì...

Consiglio per tutti: non facciamo mai quello che non ci sentiamo di fare veramente, perchè la puzza di finto si annusa a distanza ed è una puzza davvero sgradevole...

Ma sì, ieri sera mettendosi a letto avrà pensato di avere fatto il suo dovere, di aver fatto bene i compiti a casa...
Complimenti!