venerdì 30 settembre 2011

Nostalgia


Stasera, lavati i piatti e riordinata la cucina, mi sono messa a pensare alle ultime vacanze. Per chi ha letto un mio post precedente ("Il quizzone" ha la sua soluzione...), rivelo finalmente che mi trovavo in Svizzera e più precisamente a Ginevra.
Mi sembrava di ripensare a  un momento ormai lontano nel tempo anche se è passato poco più di un mese e c'era una sensazione che mi mancava più di ogni altra: il sentirmi straniera tra la gente. Non che in fondo non mi senta comunque straniera da ogni parte vada, ma qui c'era una componente in più...Il non dover dimostrare niente nè a me stessa nè agli altri. Poi c'era ovviamente anche il fatto di non dover rispettare degli orari (odio gli orologi!), il vivere le giornate con pieno trasporto...
E così mi sono ripresa in mano le foto appena sviluppate  e ho cominciato a vagare...Viaggiare per me è anche un modo di esprimermi, di essere me stessa in tutto il mio contradditorio modo di vivere. Ho bisogno di punti fermi, ma sento di non appartenere mai fino in fondo a nessun luogo.

lunedì 26 settembre 2011

L'insulsa polemica


Questa sera parte la ventiquattresima edizione di un programma che non ha mezze misure o piace o lo si detesta. Parlo di Striscia la Notizia, programma che si vanta, secondo le parole di Ezio Greggio in una recente intervista, di essere un faro nell'omologato mondo del giornalismo capace di "instillare il dubbio nei suoi telespettatori". Ah però... un tempo i filosofi si occupavano del tanto disputato "tema del dubbio" come parametro per la ricerca della verità. Ora abbiamo bisogno che ce lo ricordi un personaggio come Ezio Greggio...
A parte questo, Striscia, come siparietto satirico, mi piace. In alcuni casi, grazie ai suoi servizi di denuncia, è riuscito a far concentrare l'opinione pubblica su temi che passerebbero altrimenti in secondo piano. Ma non si può più ascoltare l'insulsa polemica che si sta montando intorno alla strumentalizzazione del corpo femminile. Anche in questa edizione Ricci fa sua la campagna contro il gruppo l'Espresso e Miss Italia come mezzi mediatici attraverso cui si manifesta la denigrazione della donna.

L'argomento ormai sdoganato da ogni trasmissione di approfondimento sembra aver perso il suo reale significato. Io, come donna, non mi sento offesa dall'esposizione del corpo femminile quanto da come questo corpo viene utilizzato.
Non vi sembrano altrettanto offensive e ripugnati alcune pubblicità come quella del "Tantum rosa", del "Vagisil crema" o dei salvaslip di ultima generazione?
Poi, se esistono donne che decidono di vendere il loro corpo, non mi sento un' ipocrita nel dire"facciano pure". Del resto esiste il libero arbitrio e purtroppo la televisione è anche fatta di questo.

Preferisco sentir parlare di donne che una voce non ce l'hanno perchè realmente oppresse dalle condizioni in cui vivono per nascita, cultura, religione. Quelle sono le donne che vanno, a parer mio, più tutelate. Le veline sanno certamente quello che fanno e sembrano, per ora, farlo molto bene.

giovedì 15 settembre 2011

Pausa musicale

  IMPARARE DAL VENTO

Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire.
Un aereo passa veloce e io mi fermo a pensare
a tutti quelli che partono, scappano o sono sospesi
per giorni, mesi, anni in cui ti senti come uno che si è perso
tra obbiettivi ogni volta più grandi.
Succede perché, in un instante tutto il resto diventa invisibile,
privo di senso e irraggiungibile per me,
succede perché fingo che va sempre tutto bene ma non lo penso in fondo.
Torneremo ad avere più tempo, e a camminare per le strade che abbiamo scelto,
che a volte fanno male, per avere la pazienza delle onde di andare e venire, e non riesci a capire .
Succede perché, in un instante tutto il resto diventa invisibile,
privo di senso e irraggiungibile per me,
succede anche se il vento porta tutto via con se,
vivendo e ricominciare a fluire
ricominciare a fluire ricominciare a fluire ricominciare a fluire


CHIUDETE GLI OCCHI E DITEMI SE ALMENO UNA VOLTA NON AVETE PENSATO TUTTO QUESTO!

venerdì 9 settembre 2011

L'altro che è in noi




Finita la pausa godereccia delle vacanze, mi è venuta di nuovo voglia di introspezione. E quale occasione migliore per guardarsi dentro se non ascoltare l'intercalare lento e rassicurante di Ermanno Olmi che in questi giorni presenta a Venezia il suo nuovo film.
Non amo chi fa "catechesi" nè tantomeno chi fa opera di proselitismo. Le parole di Olmi vanno esattamente contro questi concetti e, benchè le sue modalità di comunicazione siano pacate, il suo messaggio è molto chiaro e tagliente: c'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato nel modo in cui la Chiesa si pone di fronte alle domande dei suoi fedeli. Perchè c'è un enorme senso di smarrimento nella società in cui viviamo e questo vuoto non viene colmato dall'istituzione Chiesa. Insomma la fede non è religione.
Non so se andrò a vedere il suo film. Il trailer non mi ha convinto più di tanto, ma sicuramente ciò che voleva comunicare in questa intervista di cui sopra, è frutto di una profonda riflessione su di sè e sugli altri. Noi siamo ciò che siamo anche grazie agli altri. E per me che sono una abituata a contare solo sulle proprie forze, non è riflessione da poco.
Olmi arriva a dire che quegli altri siamo in fondo noi tutti, con le nostre paure e con i nostri preconcetti.
C'è la paura della diversità, di tutto ciò che non rientra nei nostri canoni di giudizio. E anche qui mi sono sentita tirata in causa, perchè cresciuta in una famiglia mista e profondamente meticcia nella mia cultura. Io che spesso ho vissuto episodi di intolleranza eppure spesso mi sono posta in maniera diffidente rispetto agli altri.
Si fa fatica a cercare di incontrare gli altri. Si pensa sempre di perderci qualcosa...quasi fosse una forma di pestilenza, ci si tiene lontano dal "diverso", dal "non inquadrato".
Io ho vissuto gran parte della mia vita tenendomi ai margini e forse adesso è arrivato il momento di interrogarsi su questo tema enorme della diversità e del suo valore.
Se volete sapere qualcosa di più sulla trama e gli scopi del film, "Il villaggio di cartone" di Olmi, cliccate qui:

http://cinema.postificio.com/festival-di-venezia-ermanno-olmi-ed-il-suo-villaggio-di-cartone/

venerdì 2 settembre 2011

Il quizzone

Eccomi tornata dalle vacanze stranamente rinvigorita e piena di piacevoli ricordi. Questo non mi capita spesso perchè di solito, fra bagagli, biglietti e prenotazioni all'ultimo minuto, torno a casa più stressata di prima...Questa volta, forse, avevo proprio bisogno di una pausa.
Vi propongo quindi di indovinare dove mi trovavo da queste foto:







Vi lascio qualche indizio:
1. Niente è ciò che sembra (non sono stata poi tanto lontano...)
2. Il simbolo di questa città è un grazioso getto d'acqua
3. Le lingue parlate sul posto sono più di una

N.B. Chi risponderà esattamente riceverà un premio in gettoni d'oro, ma, vista la "quota di solidarietà" prevista dal governo, gli resterà ben poco in tasca (ih, ih)