venerdì 9 settembre 2011

L'altro che è in noi




Finita la pausa godereccia delle vacanze, mi è venuta di nuovo voglia di introspezione. E quale occasione migliore per guardarsi dentro se non ascoltare l'intercalare lento e rassicurante di Ermanno Olmi che in questi giorni presenta a Venezia il suo nuovo film.
Non amo chi fa "catechesi" nè tantomeno chi fa opera di proselitismo. Le parole di Olmi vanno esattamente contro questi concetti e, benchè le sue modalità di comunicazione siano pacate, il suo messaggio è molto chiaro e tagliente: c'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato nel modo in cui la Chiesa si pone di fronte alle domande dei suoi fedeli. Perchè c'è un enorme senso di smarrimento nella società in cui viviamo e questo vuoto non viene colmato dall'istituzione Chiesa. Insomma la fede non è religione.
Non so se andrò a vedere il suo film. Il trailer non mi ha convinto più di tanto, ma sicuramente ciò che voleva comunicare in questa intervista di cui sopra, è frutto di una profonda riflessione su di sè e sugli altri. Noi siamo ciò che siamo anche grazie agli altri. E per me che sono una abituata a contare solo sulle proprie forze, non è riflessione da poco.
Olmi arriva a dire che quegli altri siamo in fondo noi tutti, con le nostre paure e con i nostri preconcetti.
C'è la paura della diversità, di tutto ciò che non rientra nei nostri canoni di giudizio. E anche qui mi sono sentita tirata in causa, perchè cresciuta in una famiglia mista e profondamente meticcia nella mia cultura. Io che spesso ho vissuto episodi di intolleranza eppure spesso mi sono posta in maniera diffidente rispetto agli altri.
Si fa fatica a cercare di incontrare gli altri. Si pensa sempre di perderci qualcosa...quasi fosse una forma di pestilenza, ci si tiene lontano dal "diverso", dal "non inquadrato".
Io ho vissuto gran parte della mia vita tenendomi ai margini e forse adesso è arrivato il momento di interrogarsi su questo tema enorme della diversità e del suo valore.
Se volete sapere qualcosa di più sulla trama e gli scopi del film, "Il villaggio di cartone" di Olmi, cliccate qui:

http://cinema.postificio.com/festival-di-venezia-ermanno-olmi-ed-il-suo-villaggio-di-cartone/

2 commenti:

  1. Ho letto qualche brano dell'intervista su Olmi: in soldoni, la Chiesa non farebbe il suo dovere verso i sofferenti e il buon cristiano dovrebbe pregare di fronte ad essi e non in Chiesa.
    Credo lo sappiano in molti il vero potere e ricchezza del Vaticano e che esso, dedichi solo una piccola parte della sua ricchezza (per altro dovuta ad offerte e donazioni varie di terreni e immobili da tutto il mondo)ai bisognosi.

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  2. Il Vaticano, si sa, rappresenta solo un potere temporale ad uso e consumo degli uomini e nulla ha a che fare con veri sentimenti di carità. Dalle parole di Olmi ho capito una cosa: esiste una carenza di fede in noi stessi e negli altri.

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