mercoledì 23 novembre 2011

Sarò fatta male...


Non posso fare a meno di fare questa considerazione. Ed è da un pò di giorni che ciò accade....Meglio che i più non conoscano i lati oscuri del mio pensiero, ma di questo lato in particolare voglio parlare...chissà che non possa diventare un tentativo di "autoterapia".
Da qualche tempo, con mio marito, ho pensato di organizzare una festa di compleanno per mio figlio (compie 5 anni il mio ometto!) e fin qui tutto bene direte voi. Se non fosse per il fatto che mi sta montando dentro una terribile ansia da prestazione.
All'inizio mi sembrava la cosa più normale del mondo. Avrei dovuto soltanto pensare alla torta, poi il resto sarebbe venuto da sè. Ma sono intervenuti altri elementi che hanno smontato in un attimo il mio castello di carte e che esplico nei seguenti punti (come mi sento professionale!)

1) Mio figlio mi dice:"Mamma, invita tanti amici, perchè poi se non viene nessuno?"
2) Una mamma che conosco all'asilo:"Fai la festa a casa? Buona fortuna...io purtroppo ci sono già passata..."
3) Mio marito:"Che dici se non gliela facciamo la festa...tanto può festeggiare a scuola..."

Vi lascio immaginare quanti interrrogativi mi stiano freneticamente frullando nella testa. Sembra che qualcosa di così naturale come lo stare insieme si stia lentamente trasformando in una faticata colossale. Non sono un'estroversa e spesso amo chiudermi nei miei spazi, far calare una "tendina virtuale" quando ce n'è bisogno, ma questa volta non voglio soggiacere a questo sistema di cose. Vorrei che mio figlio non vivesse già adesso di ansia e preoccupazione per delle cose che devono avvenire naturalmente e che sono delle tappe che non vanno soppesate eccessivamente.

Vengo sempre rimproverata di pensare troppo e agire poco. Ebbene, questa volta voglio agire e vedere quello che succede nel bene e nel male, nonostante il fatto di essere fatta un pò male.

N.B. Chi non conoscesse il personaggio nella foto è pregato di farsi una cultura su BOING!

giovedì 10 novembre 2011

Come in tempo di guerra (Genova piange)

Questa è la frase che continua a girarmi nel cervello dopo i tremendi accadimenti a Genova. Le scene che ognuno di noi ha potuto vedere dell'alluvione hanno dell'apocalittico.
Come non rimanere senza parole alla notizia dei morti portati via dalla corrente in una giornata qualunque, in una normale trafficata città. Questo, appunto, lascia sbigottiti: che nel 2011, in una città ripeto, non in qualche campagna isolata, nel pieno centro, succeda questa tragedia che non possiamo controllare.
Le polemiche si sprecano e continueranno negli anni a venire, ma nella frenesia generale resta nella mia mente proprio questa frase lapidaria del sindaco, Marta Vincenzi. A parer suo, ci dobbiamo abituare ad agire "come in tempo di guerra". Diramata l'allerta meteo, come se sentissimo un allarme antiaereo, dovremmo rifugiarci nelle nostre case ed aspettare. Che conforto!
E' tutto quello che si è potuto dire a madri che scappavano spaventate dal lavoro per andare a prendere i figli a scuola, a padri, mariti che urlavano i nomi di figli e mogli dai lati delle strade. Si può, a quanto pare, rispondere solo questo a 17 minuti di pura follia. Così poco è bastato per spazzare via i sogni e le speranze delle sei vittime.
Dobbiamo rassegnarci, per questo, al fatto che non si può fare nulla in questi casi? Che siamo impotenti, anche con tutti i mezzi conoscitivi e tecnologici a nostra disposizione? Sarà la storia a dare alcune risposte o almeno a provare a darle.

E poi ci sono le immagini di giovani di questa ed altre città italiane che si sono presi spontaneamente l'incarico di sbloccare tombini, ripulire negozi, consegnare la spesa a chi non poteva muoversi dalle sue abitazioni. Questi giovani che molti definiscono "bamboccioni"...

Voglio soffermarmi su queste immagini, voglio continuare ad amare questa città (in cui, tra l'altro mi sono trasferita lo scorso anno), per continuare a sperare, per augurarmi che non capiti più una vicenda simile in cui persone inermi debbano morire perchè uscivano per strada in una normale giornata di novembre.

mercoledì 2 novembre 2011

Scrittori provetti a raccolta!

L'arrivo dell'autunno mi ha riportato la voglia di leggere. I miei sensi erano troppo occupati perchè potessi dedicarmi a questa attività durante l'estate, così mi sono messa d'impegno e ho ripreso in mano un "tomone" che consideravo un'ostacolo insormontabile, "Il cimitero di Praga" di Umberto Eco.

A suo tempo, quando lo avevo iniziato, cercavo delle opinioni in rete, visto che mi sembrava piuttosto ostico e mi sono imbattuta, quasi per caso, in questo blog di cui vi vado a parlare. Il progetto che spinge la sua creazione è molto interessante: trattasi di un programma radiofonico su Radio dei Navigli che si occupa di tutto ciò che è cultura, cinema e scrittura. Il sito è facilmente fruibile, i temi sono i più disparati e le opinioni per niente banali e di maggioranza.
 
Quindi, se avete una passione per la lettura e il cinema o anche se avete qualche scritto rigososamente nascosto nel cassetto, non esitate a visitare http://www.cielidiparole.com/. Ebbene sì anche gli scrittori provetti sono chiamati a raccolta. Infatti, una delle lodevoli iniziative da loro proposte è stata quella di indire un concorso letterario (a cui ho, con gioia, partecipato anch'io!) e dare la possibilità a scrittori in erba di mettersi alla prova.
Il concorso è ormai scaduto ed ha decretato i suoi vincitori, ma i progetti di scrittura continuano, perchè ogni mese ci sarà la possibilità di farsi coinvolgere dal "Laboratorio di scrittura creativa", spazio in cui ci si potrà cimentare nelle prove di scrittura via via proposte dalla redazione.
Comunque non mi prolungo....fatevi coinvolgere, perchè sono sicura che molti di voi già non vedono l'ora di farsi avanti e proporre qualche racconto. Non siate timidi!