martedì 8 marzo 2011

Quelle donne senza nome...

Immaginate di essere sospesi tra pazzia e gioia, tra speranza e disillusione, sempre in conflitto fra corpo e anima e di svegliarvi un giorno e pensare di aver acquisito un certo livello di lucidità che vi permette di dire: "Forse oggi posso pensare che non va poi tutto così male"...Bello! Illusorio, aggiungerei, ma è quello che ho sentito oggi svegliandomi, anche agevolata da una splendida giornata di sole...
Perchè oggi, ho pensato di non essere la sola a soffrire, di non essere la sola a pormi delle domande.
Perchè oggi, mi va di pensare a tutte quelle donne che non possono parlare, pensare, esprimersi solo in conseguenza di leggi o culture imposte. In questo continuo altalenare di pensieri e sentimenti, mi sono considerata una persona completa, proprio perchè, pur vivendo in un sistema predefinito, almeno mi posso concedere il lusso di pensare e di essere considerata semplicemente come un essere umano e non solo una femmina. E questa cosa non è così scontata ovunque...Forse sono in questo agevolata dalla mia cultura "meticcia", in cui le differenze non possono che essere uno stimolo, una ricchezza, un modo per vedere oltre il proprio cortile.
Questa tanto celebrata festa della donna, che guardo con tanto scetticismo, mi ha permesso di fare una riflessione che spero sia importante nel mio viaggio di consapevolezza. Seppure per un giorno all'anno, si deve dedicare un pensiero a tutte le donne che in sordina, sottovoce e a volte senza nome, permettono alla società di andare avanti. Senza nome, ponendosi al servizio, come dei militari al fronte, come quelle operaie che nel 1908 a New York, si fecero bruciare vive, pur di esprimere un'idea...Grazie a loro siamo quello che siamo, grazie a loro possiamo scegliere di essere veline o avvocati, casalinghe o donne in carriera. Grazie a loro possiamo decidere chi essere con tutti i pro e contro del caso.  

2 commenti:

  1. Ciao!! Anch'io stamattina ho avuto modo di confrontarmi con due pensieri diversi: uno analogo al mio e l'altro del tutto opposto (anche se dubito che lo fosse con cognizione di causa). ;) In ogni caso, una ragazza mi ha guardata inorridita quando è venuta a sapere che non avrei festeggiato in alcun modo, anche se la cosa mi fosse stata "venduta" come occasione per stare insieme tra donne... Peggio! Il significato dovrebbe essere ben altro! Poi, parlando con una mia amica, ho individuato una sorta di contraddizione nella ricorrenza in sé; se c'è è perché la donna è stata considerata in tempi non sospetti un essere inferiore, quindi sarei costretta a ricordare che abbiamo dovuto scavalcare questo deplorevole muro, che esso è esistito. Noi. Non avevo rivolto il mio pensiero a tutte quelle donne che vivono ancora questa condizione... quindi sì, è un grido per loro, ma allora vorrei festeggiare ogni giorno, per poterlo rinnovare continuamente.

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  2. E' proprio così...ognuno di noi vive questa ricorrenza in una maniera diversa. Nel mio piccolo penso che il denominatore comune dovrebbe essere quello di poter dare a tutte le donne la possibilità di esprimersi e quindi dare voce a chi voce non ce l'ha. Sarebbe bello potersene ricordare ogni giorno...

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