martedì 11 ottobre 2011

Ambasciatrici di pace


Ogni tanto da qualche parte si sente parlare dell'Africa per argomenti che non siano fame, carestia, arretratezza e guerra. E questo segnale di novità sembrano portarlo le donne. Donne sempre poco rappresentate. E' il caso di due donne che sono state insignite del premio Nobel per la pace e il cui nome per alcuni risuonerà come una cassa vuota. Ma forse è questo il loro destino: lavorare sottovoce, dietro le quinte anche quando in realtà il loro ruolo è di fondamentale importanza.
Sto parlando di Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia e la sua connazionale Leymah Roberta Gbowee, che, insieme alla Yemenita Tawakkul Karman, possono essere definite vere e proprie ambasciatrici di pace. 
Non credete, nonostante le mie origini africane, sono nomi sconosciuti anche per me e ho dovuto sudarmele delle informazioni decenti su di loro. Perchè il problema è sempre lo stesso. Non impressiona poi più di tanto la vita delle donne anche quando fanno qualcosa di straordinario. Anche quando attraverso le loro azioni garantiscono situazioni di certezza e prosperità. E così cadono nell'oblio miriade di donne normali che portano avanti famiglie in silenzio, in sordina, ma più tenaci e forti che mai.
Ma poi a nessuno, meno che mai in questo frangente economico, interessa della condizione della donna in Africa anche perchè questo continente, ormai razziato da tempo immemore, non rappresenta più niente di appetibile. Sempre che non si tratti di petrolio (Nigeria, Libia). La cosa più proficua per tutti i paesi cosiddetti sviluppati è mantenere uno stato di miseria, ignoranza, conflitto. Ormai non c'è più bisogno di dichiararla una guerra contro un popolo, basta mantenerla e alimentarla.
Ed è proprio contro questo stato di cose che devono lottare le ambasciatrici di pace. Lottare contro l'ignoranza e la corruzione dei loro paesi, ma anche contro forze più grandi di loro, perpetrate e mantenute proprio dagli stessi governi che si dicono a favore dello sviluppo.
Quale sviluppo si può creare quando le armi che tengono in mano i bambini del Sudan sono le nostre?

Per saperne di più sull'argomento consiglio questi link:

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2011/10/7/NOBEL-PER-LA-PACE-Premiata-Ellen-Johnson-Sirleaf-presidente-della-Liberia-e-altre-due-donne/212422/

http://www.ilpost.it/2011/10/07/il-nobel-per-la-pace-a-ellen-johnson-sirleaf-leymah-gbowee-e-tawakkul-karman/

4 commenti:

  1. Condivido la tua opinione.
    Un continente meraviglioso ma ferito, violentato e mortificato dai "Paesi sviluppati".
    Lo sforzo e il coraggio di quelle donne da te citate deve essere stato immane per meritarsi un così importante riconoscimento.

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  2. Eh sì, lo sforzo è ancora maggiore nel momento in cui queste donne vengono raramente nominate...
    Purtroppo non ci chiamiamo tutti Steve Jobs;)

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  3. Diamanti che nessuno vuole estrarre.

    Per questo amo le donne a prescindere. Perchè oltre al peso sociale che da millenni sopportano, esiste un peso di silenzi che continua a schiacciarle. Nonostante, in molti casi, la loro umanità sia palese. Perchè una donna non manderebbe mai i propri figli a morire, ma il suo buon senso - non solo riguardo questo punto - è in netto contrasto con la maggior parte degli interessi economici...

    Baci e isole di pace

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  4. Già...e proprio per questo a volte siamo costrette a gridarle le nostre opinioni...speriamo prima o poi di essere ascoltate!
    Baci e isole di pace anche a te!

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