domenica 3 aprile 2011

Quella solita insostenibile leggerezza dell'essere...


Mi sono assentata per un pò, non senza frutto, mi piace pensare...Ho ripreso, infatti, un libro a cui tenevo molto. Un libro che non solo mi ha accompagnato nei miei anni universitari, ma che è anche stato di riferimento in anni più recenti, vista la sua fruibilità. Lo si potrebbe cominciare da qualsiasi parte, da qualsiasi capitolo, per ritrovarsi sempre a riflettere su una parte della nostra vita. Io lo definirei davvero un libro per tutti, anche se la sua tematica è piuttosto circoscritta. Il titolo mi aveva incantato fin dall'inizio, un misto di libro medico e libro di vita: "MALIGNANT SADNESS- The Anatomy of Depression".

Per chi non mastica neanche lontanamente l'inglese vado subito a tradurlo:"TRISTEZZA PATOLOGICA- Anatomia della Depressione". Purtroppo, che io sappia, non esiste ancora una traduzione in italiano di questa pubblicazione e non nascondo che avrei la tentazione di farla io (ebbene sì sono una traduttrice...), ma non ambisco a tanto. Di questi tempi è già tanto svegliarsi e gioire per una bella giornata di sole!

Tornando a monte, si tratta di un tentativo da parte dell'autore, Lewis Wolpert, un biologo colpito da una severa forma di depressione, di trattare di questa malattia scoprendone le cause principali. Ci sono, secondo lui, due modi di comprendere la depressione, uno prettamente psicologico e uno biologico. La depressione è in fondo un'emozione normale che può diventare patologica, "maligna" appunto come dice l'inglese.
Esplora inoltre come le varie culture interpretino la depressione( ciò che in Europa è una causa di depressione non lo sarà certamente in Africa) e tenta di fornirci una possibile cura. Al termine del libro arriva addirittura a chiedersi se sia possibile evitare questa patologia.

A cosa voglio arrivare, vi chiederete? Semplice, la risposta è che non esistono mai risposte definitive. Non esiste mai la parola fine a nessun percorso, pur se approfondito. L'autore stesso non sa spiegare perchè sia caduto in depressione, che cosa abbia scatenato in lui un momento così drammatico da indurlo a farsi ricoverare.

Non si conosce finchè non si prova, non solo la depressione, ma qualsiasi evento umano. Siamo nel mezzo di un viaggio, a bordo di un treno da cui non possiamo scendere, perchè altrimenti non sapremmo mai dove siamo arrivati. Il fine è questo: intraprendere questo viaggio nel modo più onesto e decoroso possibile, sperando nel percorso di non farci troppo schifo e mai avendo paura di risultare antipatici.

Più passano gli anni e più mi voglio concedere il lusso di diventare insopportabile agli altri. Un lusso, in un mondo deturpato dall'omologazione. Non che sia sempre necessario distinguersi, ma essere onesti sì, quello lo dobbiamo a noi stessi.
La depressione è una manifestazione dei nostri tempi e come tale va anche vissuta e affrontata. Che nessuno cerchi di nascondere le sue incertezze sull'argomento.

4 commenti:

  1. Davvero interessante. Peccato che non esista una traduzione italiana di questo testo... Ho conosciuto, seppur parzialmente, un caso di depressione vera, attraverso le parole di un'altra persona e ciò mi ha reso molto critica nell'approccio a questa malattia, forse troppo inflazionata e considerata con superficialità, nonostante creda che tutti noi ne abbiamo avuto un "assaggio" nella vita, a diversi livelli. Mi ha perciò sempre affascinato questo disagio umano, in particolar modo le sue cause scatenanti, che spesso hanno radici nel passato più remoto della propria esperienza. Mi azzardo di dire che la depressione trovi terreno fertile proprio in coloro che possiedono maggior personalità e sensibilità, che non accettano di conformarsi al mondo circostante, ma sono alla perenne ricerca di se stessi e di nuovi stimoli, che si pongono domande e vogliono cambiare ciò che è per loro fonte di sdegno o esasperazione. E la questione fondamentale è se si possa guarire definitivamente dalla tristezza patologica...

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  2. Bisognerebbe sicuramente parlarne di più senza nascondersi dietro un dito. La depressione esiste e non deve essere motivo di emarginazione per nessuno.
    Grazie di essere passata...
    Cabi

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  3. A me capita spesso di sbirciare oltre la riga nera dei contorni e la cosa strana è il fatto che ne sono terrorizzata e attratta al contempo. Non azzardo a definire questo stato ipnotico depressione o sensibilità, dico solo che le sfaccettature di un'anima sono così variegate che pulsare sempre allo stesso ritmo del cuore è cosa difficile.
    Libro interessante...
    Baci e violette

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  4. Cara Chiara, dici bene, i contorni non sono mai ben definiti specie quando si parla di anima...di questi tempi poi si vuole categorizzare tutto...Penso che le categorie siano solo un punto di partenza per cercare di capire e questo libro ha proprio questo scopo: capire perchè a volte anche in vite perfettamente lineari si verifica un black out.
    Comunque ho sbirciato il tuo blog e accetto volentieri le violette!
    Baci
    Cabi

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