lunedì 24 febbraio 2014

"Etica per un figlio"


L'ora di pranzo è diventata il mio momento di raccoglimento. Mentre preparo, fra cipolla tritata e sughi in ebollizione, mi frullano per la testa tante cose. E tutto questo lavorio mentale è corroborato dalla trasmissione di Rai Tre, PANE QUOTIDIANO, con una Conchita Di Gregorio, pacata, distensiva quasi ipnotica. Insomma, ogni giorno non posso fare a meno di farmi rapire da lei e da quello che racconta... adorabile!

In questo farneticare della mia mente sono rimasta particolarmente colpita da un filosofo/scrittore (come se si potessero scindere le due cose!!) di cui non avevo mai sentito parlare. Proprio in questo sta il valore aggiunto del programma: il piacere della scoperta. Trattasi di un programma di cultura, ma non per sapientoni. Dinamico, piacevolissimo da ascoltare, ma mai leggero, sempre dritto al punto, pronto a farsi domande anche difficili, serie e proprio per questo diventa un sano mezzo di divulgazione per i più giovani. Io, per esempio, lo consiglierei largamente nelle scuole. Ma comunque, torniamo al tema che voglio trattare. Il suddetto filosofo si chiama Fernando Savater ed ha scritto un testo sull'etica, ETICA PER UN FIGLIO, appunto.

Nel testo l'autore si immagina di parlare al proprio figlio in maniera diretta e colloquiale e affronta temi forti che hanno a che fare con gli archetipi di Bene e Male.
Innanzitutto fa un'utile distinzione fra morale ed etica.
La prima ha a che fare con l'insieme dei comportamenti che giudichiamo validi, la seconda rappresenta la riflessione su questi comportamenti validi e il confronto con altri modelli morali. In sostanza la nostra qualità sta proprio nel farci delle domande sui nostri comportamenti, cosa che altre creature viventi non fanno.

Citando Erich Fromm, psicanalista e sociologo tedesco, Savater afferma che l'uomo in fondo è "condannato a scegliere" sulla base di questa intrinseca riflessione su se stesso. Questa rappresenta, però anche la sua libertà. Libertà non è onnipotenza, ma il momento in cui, posti in una situazione estrema, scegliamo di dire semplicemente "sì" o "no". Fondamentalmente, quel momento che ci capita non lo abbiamo scelto, ma possiamo rispondere in modi diversi a quello che ci succede.
Per scegliere bisogna porsi di fronte delle priorità, ovvero quello che è davvero utile per me in questo momento e quello che, in un domani, potrebbe essere utile per me a lungo termine. Savater esorta suo figlio (e quindi anche noi!) a non essere degli imbecilli, a non vivere come capita. La radice del nome "imbecille" viene dal latino "baculus" , bastone, quindi definisce una persona che per vivere ha bisogno di un bastone, sia perché ha sempre bisogno di essere sostenuto, ma anche perché ha bisogno di essere educato tramite la logica del "bastone e della carota". Questo, certamente non sarà mai un individuo solido.

L'uomo, d'altra parte, per sopravvivere ha bisogno dell'altro, sia in termini di utilità personale, ma anche perché dal benessere degli altri dipende il suo equilibrio psico-fisico. In questo senso, l'utile coincide con il Bene. Se una società vive dei problemi, anche l'individuo vivrà male la sua esistenza e quindi il proprio bene equivale necessariamente al bene di tutti gli altri. Inutile, quindi, isolarsi nella contemplazione dei massimi sistemi, occorre mettersi in gioco.

Intervistato dalla Di Gregorio, Savater viene spinto a fare una riflessione su che cosa si intenda per società democratica. Lui senza esitazione afferma che la democrazia non significa dare potere al popolo. Democrazia è uguaglianza fra classi, dialogo fra le differenze e non imposizione di un valore di classe su un altro.

Sono tanti i temi che emergono da questo libro e per questo vi rimando alle sue innumerevoli recensioni, in modo da farvene un'idea. Io stessa ne ho letto solo alcuni frammenti, quindi tocca anche a me un po' di approfondimento.

Attenzione però, perché per Savater, l'approfondimento non si fa solo tramite internet. La rete "uccide", secondo lui, il nostro ruolo di ricercatori di risposte, indottrinandoci con fonti sempre univoche, mai complete. Ecco perché internet rappresenta solo uno dei tanti mezzi di conoscenza a nostra disposizione. Riferendoci ad altri mezzi come libri o giornali esercitiamo il nostro "potere di scelta" e quindi la nostra libertà.
Insomma, non smettiamo MAI di porci delle domande. Magari non otterremo risposte, ma il nostro percorso sarà stato certamente più interessante...


Ecco alcuni link:

http://www.panasur.it/sito%20personale/Etica%20per%20un%20figlio%20di%20Fernando%20Savater.pdf

http://www.libreriauniversitaria.it/etica-figlio-savater-fernando-laterza/libro/9788842082316



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